La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – I rumorosi sussurri inglesi spiegano come i primi contatti fra il portoghese e ten Hag, nuovo allenatore dei “red devils” non abbiano fatto scattare quella empatia che in genere fanno da scintilla a una grande stagione, il fatto che il Manchester United non parteciperà alla Champions League annacqua ulteriormente gli entusiasmi di CR7.
Per questo da giorni si dice come, nonostante lo United abbia un contratto con lui fino al 2023, il Bayern Monaco possa essere la prossima destinazione. Possibile? Le risposte che giungono al momento paiono freddine, ma naturalmente meglio non fidarsi.
La memoria alimenta in Cristiano Ronaldo una specie di nostalgia d’Italia, un Paese dove si è trovato benissimo. E il cuore? questo apre il capitolo più recente di un “feuilleton” che negli ultimi giorni ha visto nascere capitoli folgoranti. Lo sfondo è lo straordinario panorama della Roma giallorossa, che calcisticamente vive sul carburante portoghese assicurato dal g.m. Pinto, il portiere leader Rui Patricio e, soprattutto, lo straordinario carisma di José Mourinho, profeta di vittoria ma soprattutto di speranza.
Se a questo aggiungiamo il fatto che il manager di Cristiano è lo stesso dello Special One – l’onnipotente Jorge Mendes – si capisce perché da giorni la Capitale viva in fibrillazione per la certezza dell’arrivo dell’attaccante alla Roma. Basta fare un giro per la città e scoprirete che tanti hanno avuto rassicurazioni che Ronaldo abbia già firmato (a Malaga) e che il 29 giugno l’Olimpico sia già stato prenotato per la presentazione ufficiale. Vero? In realtà lo stadio non è affatto prenotato.
Di sicuro c’è che il club porterà la coppa della Conference al museo contenuto all’interno dello stadio, ma tutto finisce qui. Per ora. Perché che Mendes l’abbia offerto ai suoi connazionali sembra proprio sicuro, nonostante che ai tempi del Real Madrid il rapporto fra la superstar in campo e quella in panchina non siano stati proprio idilliaci.