Il Tempo (L. Pes) – Cristante poi tutti gli altri. Mourinho è soltanto l’ultimo degli allenatori del la Roma a pensarla così. Dall’endorsement di De Rossi nella conferenza di addio del 2019 alla sua riconosciuta leadership all’interno dello spogliatoio. Bryan, con il tempo, si è preso la Roma e la Nazionale.
Nel momento probabilmente da considerarsi il migliore con la Roma per forma e capacità realizzativa, il numero 4 è stato costretto a tornare al centro della difesa.
Eppure la sua annata nel nuovo ruolo di mezz’ala che lo Special One gli aveva regalato col cambio modulo (dal 3-4-2-1 al 3-5-2) e come conseguenza all’arrivo di Paredes, era iniziata alla grande con prestazioni di livello e vena realizzativa ritrovata (2 gol nelleprime 5 di campionato).
Cento per cento dei minuti giocati in entrambe le competizioni in questa stagione nelle dieci gare disputate dai giallorossi e, allargando il periodo dell’analisi, ha saltato soltanto 12 gare nelle ultime 4 stagioni per un totale di 161 apparizioni in giallorosso. Praticamente, dopo l’infortunio di quattro anni fa (problema al tendine dell’adduttore), non si è mai fermato e non ha intenzione di farlo.
Per Mourinho è sempre stato un uomo chiave in praticamente tutte le posizioni del centrocampo, ma anche in difesa. Uno status, il suo, così da sempre, da quando la Roma lo scelse nell’estate del 2018 dopo una super stagione con l’Atalanta.
In giallorosso non ha mai replicato quei numeri, anche perché ha ricoperto ruoli differenti, ma ha scoperto una leadership che in pochi gli avrebbero riconosciuto.