Corriere dello Sport (R. Maida) – C’è stato un unico momento, breve ma intenso, nel quale i quattromila romanisti hanno sognato l’impossibile proprio sotto ai loro occhi: cross di Zalewski, per il resto incenerito da Dumfries, colpo di testa con rincorsa di Cristante, simile a quello che valse il provvisorio pareggio a Genova. Solo che stavolta un balzo di Sommer portiere dal rendimento altissimo, ha strozzato ogni speranza e rinvigorito l’Inter. Era il minuto 66, una piccola svolta potenziale che mai è diventata atto.
Il risultato è rimasto sullo 0-0 e di lì a poco si è avvinghiato attorno alla squadra più forte, più ricca, più fresca. La partita così è stata addomesticata dal padrone legittimo. Nel recupero Cristante ha provato anche il tiro della distanza, sfinito. Ma è andato lontanissimo dal bersaglio. “Dispiace per il gol subito – spiega -, eravamo ormai vicini al pareggio. Potevamo evitarlo. Purtroppo siamo arrivati a questa domenica con tanti infortunati e senza molte energie. Quando la rosa è corta e non puoi fare rotazioni si perde brillantezza atletica. Peccato ma andiamo avanti”.
Cristante non si sente ridimensionato da una sconfitta in casa dell‘Inter: “Loro sono fortissimi, di un altro livello rispetto a tutta la Serie A, non solo rispetto a noi. Hanno un organico molto ampio che consente di gestire le risorse. Noi non avevamo la forza di andarli sempre a prendere alti e così abbiamo preparato la partita con l’idea di aspettarli e magari sfruttare le occasioni che fossero capitate. Se ci pensate stava funzionando. Poi una volta andati sotto diventava complicato recuperare”.
L’obiettivo della Roma non cambia: “Il quarto posto resta il nostro traguardo stagionale. Siamo partiti male, l’inizio è stato deludente, ma adesso stiamo vivendo un buon momento. Non possiamo dimenticare che prima di giocare a San Siro avevamo vinto cinque partite di fila tra campionato ed Europa League. E anche qui il risultato ci è sfuggito nel finale”.