Il Messaggero (U.Trani) – Di Francesco, anche se indebolito nel suo ruolo dalle prestazioni e soprattutto dai risultati dell’ultimo mese e mezzo, si sente ancora al centro della Roma. Non si piega davanti alle critiche, messe in preventivo con largo anticipo, e nemmeno ascolta quei suggerimenti che gli arrivano quotidianamente pure da vicino su come intervenire per cambiare tatticamente la squadra. Non si rimangia, insomma, quanto detto fin qui, in pubblico e in privato. Fa insomma di testa sua, sempre e comunque. E, senza scaricare la responsabilità su altri come qualcuno ha voluto far credere, va avanti convinto che la sua idea di calcio è ancora la migliore per la squadra che allena. E’ quello che ha spiegato anche ai giocatori, nella breve riunione che ha preceduto il lavoro in campo. Fondamentale è credere in quello che si fa. In allenamento e in partita. Lo ha ripetuto, senza mai alzare il tono della voce, chiarendo al gruppo che la stagione non è finita domenica sera e che quindi la zona Champions è ancora raggiungibile.
DOPPIO ESAME – Lui e la squadra, in sintesi, restano sulla stessa barca. E, non potendola abbandonare in questa fase delicata della traversata, dovranno dimostrare, già da domenica al Bentegodi contro il Verona, di remare dalla stessa parte. Qualche black out dei singoli, e non solo nella gara contro la Sampdoria all’Olimpico, c’è stato. Evidente e anche inquietante. Così la prossima partita di campionato sarà utile proprio all’allenatore per capire se il gruppo ancora lo segue. Di Francesco è sicuro: la squadra non l’ha scaricato. Nessuno gli gioca contro. Se ne sarebbe accorto e, probabilmente, avrebbe alzato bandiera bianca, chiamandosi fuori. Ma il lunch match contro l’Hellas e anche la gara successiva, l’11 febbraio all’Olimpico contro il Benevento, diventano comunque vitali: per migliorare la posizione in classifica e per allontanare il sospetto che il gruppo possa aver abbandonato il tecnico al suo destino. I 2 test, teoricamente semplici (davanti la penultima e l’ultima della serie A), adesso sono sicuramente più complicati proprio per il rendimento scadente della Roma dal 16 dicembre. Quasi 2 esami. Anche perché servono 6 punti e quindi l’enplein per non farsi staccare ulteriormente dalla Lazio terza (+5) e dall’Inter quarta (+3). I calciatori, insomma, saranno costretti ad uscire allo scoperto. In un senso o nell’altro.
FORMULA CONFERMATA – Il sistema di gioco sarà ancora il 4-3-3. Di Francesco lo riproporrà con i migliori giocatori a disposizione: De Rossi è pronto a riprendersi il posto da play, El Sharaawy e Perotti, se la settimana filerà via senza nuovi imprevisti, saranno con Dzeko i titolari del tridente. Può, invece, restare fuori uno tra Nainggolan o Strootman: i due senatori, ultimamente, sono sembrati stanchi e quindi non al top. Fisicamente e mentalmente.