La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Bene con l’Udinese, così così con l’Athletic Bilbao, male contro Venezia ed Elfsborg. Nonostante poi il campo parli di due vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, tutto sommato un bilancio non pessimo. Ma l’impressione che gira intorno alla Roma di Ivan Juric è tutt’altra, di una squadra che si stia pian piano afflosciando su se stessa, dopo aver avuto una reazione di nervi nella prima partita che ha portato al rotondo 3-0 inflitto ai friulani. Juric, è bene chiarirlo subito, è l’unico non colpevole di questa situazione. Anzi, sta provando a metterci del suo, a dare un’impronta diversa alla Roma in base anche al suo credo calcistico.
È evidente come il gruppo sia ancora profondamente scosso dall’addio di Daniele De Rossi, che al di là delle dichiarazioni ufficiali non è stato ancora metabolizzato da molti giocatori. Anche perché in tanti erano arrivati in giallorosso dopo aver parlato personalmente con l’ex allenatore, aver impostato con lui dei piani sul futuro, creduto nel suo progetto tattico. Per quanto uno possa poi dedicarsi anima e corpo al nuovo corso, un momento di smarrimento (più o meno lungo) è comprensibile.
Juric sta cercando di lavorare sulla testa dei giocatori, sull’aspetto motivazione, sul cercare di cambiare anche la mentalità di qualcuno. Ma è arrivato da appena due settimane, non può cambiare tutto come se avesse la bacchetta magica. Intanto, però, ci sono le partite e bisogna fare risultato. Per ora funzionano alcuni singoli, Svilar e Pisilli su tutti, ma anche Angelino e N’dicka, che stanno dando garanzie più o meno ampie. Segnali di crescita anche da parte di Pellegrini, che dopo la sosta dovrebbe tornare a girare ai suoi livelli.
Il problema però è che questa squadra è stata costruita per il giocare con il 4-3-3 e non con il 3-4-2-1 e molti giocatori adesso sono adattati. Soulé su tutti, ad esempio, a cui era stato prospettato di giocare con i piedi sulla fascia destra e si ritrova invece a giostrare al centro (forse per utilizzare lui ma anche Dybala sarebbe meglio passare al 3-5-2, compattando di più il centrocampo e mettendo i due argentini a fare la seconda punta, alternandosi).