La Gazzetta dello Sport (M.Dalla Vite) – «Gara decisiva? Sì e no… Semmai potrebbe esserla al ritorno: significa che il campionato sarebbe ancora aperto». Hernan Crespo guarda oltre senza però esimersi dal «leggere » questa sfida alla sudamericana. «Se dovessi scegliere una coppia d’attacco, beh, sarebbe scontato: Higuain-Dybala. Col tridente metterei ovviamente anche Perotti». Roba da ricchi. «Su quale panca mi piacerebbe viverla? Sto dalla parte del cuore: essendo mia moglie romanista… Spalletti, vincendo, può scrivere la storia e definire lo scatto mentale della Roma; Allegri può anche pensare di poterla pareggiare ma il Dna Juve dice che vincere equivarrebbe a una bella legnata alla Serie A».
A quale sfida argentina è paragonabile Juve-Roma?
«Dobbiamo prendere una squadra plurivincitrice, e siccome sono nato e cresciuto nel River Plate escludo il Boca. Poi, per la Roma, penso al posto in cui c’è una sfida forte, rovente: allora scelgo il Racing, che in passato ha vinto ma meno dell’Independiente. River-Racing».
Quindici sudamericani fra titolari e no. Senza per forza parlare di tutti, da chi cominciamo?
«Higuain. È il migliore quando sta bene, è il più completo e imprevedibile del campionato. I 90 milioni? Beh, mi pare più logico spendere quei soldi per uno come lui che sa incidere piuttosto che per Pogba. La scelta di raggiungere la Juve lo riporta un po’ ai tempi del Real Madrid: quella di convivere anche con la panchina, col turnover, una scelta che lo porterà alla maturazione completa perché ha saputo rimettersi in gioco. Al Real non sopportava la competizione con Benzema ed è andato a prendersi Napoli sulle spalle, da re; oggi ha abbracciato una grande squadra per completare un passo mentale e psicologico importante».
Dybala come Messi è un tormentone che…?
«Che deve finire. Perché i ragazzi che hanno talento vanno lasciati crescere in pace: sa quanti giovani ho sentito etichettati come nuovi Maradona? Troppi. Paulo è uno che ha carattere, lo si vedeva già a 16 anni nella B argentina. E tecnicamente ti riempie gli occhi. Prendete l’azione del terzo gol juventino al Toro: il bello non è quel che fa lungo l’out laterale, è che la giocata che porta avanti la conclude, la finisce bene. Non è un giocoliere fine a se stesso. Fra l’altro, in piena area di rigore poteva tirare: no, l’ha appoggiata a Pjanic. Segno di crescita, convivenza».
Passiamo alla Roma: Iturbe si è perso, di Perotti averne…
«Iturbe ha sempre avuto bisogno di spazi. Perotti mi piaceva già a Siviglia: agli occhi della gente balzano Dzeko e Salah, ma lui è giocatore. Se in attacco lo metti a destra, a sinistra o al centro lui fa bene. Sempre».
Altra nomination?
«Paredes. In Argentina faceva l’ala e il trequartista, ora è un regista straordinario. Si vede che ha una visione differente, piedi diversi, solo che davanti ha gente come Strootman, De Rossi e Nainggolan».
Si è guadagnato applausi Fazio.
«Classico difensore centrale argentino: alto, tosto, serio. Il suo passato, anche di campione Under 20, denotava tutto questo».
Ora torniamo sulla Juventus: Alex Sandro come lo definirebbe?
«Giocatore importante, affidabile, salta l’uomo come pochi e sa creare pericoli».
Crespo, in passato, è stato più vicino alla Juve o alla Roma?
«Alla Juve, quando andai via da Parma: lasciai la scelta a Calisto Tanzi, disse Lazio e la Juve non cadde male visto che prese Trezeguet… La Roma? Successe quando lasciai l’Inter: non seppe attendere e prese Carew».
In quale spogliatoio preferirebbe stare: in quello con Buffon o con Totti?
«Con Francesco mi divertirei, ma sto con Buffon, perché ci sono già stato a Parma e perché ai gol ci devo pensare io». Chiudiamo: chi decide la sfida? «Diciamo così: difficilmente Higuain e Dybala saranno assenti…».