Il Tempo (A. Austini) – La Roma sorride per cinque minuti scarsi e poi torna triste. Il tempo che trascorre tra il gol di Abraham e il pareggio del Sassuolo è l’unico momento di sollievo per i giallorossi, che a Reggio Emilia non riescono a rialzarsi dopo il derby perso e stasera,i n caso di vittoria della Juventus, rischiano di ritrovarsi al settimo posto, con una sola partita da giocare prima della lunga sosta in vista del Mondiale.
La classifica e il risultato di ieri sono verdetti giusti. Perché la Roma non può pensare di vincere tante partite giocando questo calcio, con questi interpreti. Dopo la gara di domenica col Torino dovrà scattare una presa di coscienza seria dei problemi, gli obiettivi sono ancora tutti raggiungibili, ma il “bonus” della Conference League vinta si è esaurito e adesso c’è da cambiare marcia. Su ogni fronte.
In una partita con spazi aperti e difese “allegre”, il primo tempo finisce 0-0 solo perché da una parte e dall’altra i presunti finalizzatori sciupano le occasioni presunti finalizzatori sciupano le occasioni. E perché Rui Patricio si inventa quella che è finora la suamigliore parata stagionale sul tiro dell’indemoniato Frattesi, l’ex sedotto e (per ora) abbandonato dalla Roma sul mercato, che poi sfiora il gol anche di testa. Di là Shomurodov e Zalewski (in sospetto offside) sprecano due grandi chance. Zaniolo prova qualche strappo e perde le staffe quando Ayroldi non gli fischia un fallo abbastanza netto: le proteste gli costano il giallo inevitabile.
Nel secondo tempo il match continua a vivere in precario equilibrio. Abraham segna un bel gol di testa grazie a un cross finalmente ben calibrato da un difensore centrale: Mancini. Mancano dieci minuti, la Roma sembra avere in mano una vittoria preziosa in pieno stile ” mourinhano” e invece il Sassuolo va a cercare per l’ennesima volta Laurienté, che sfrutta la dormita di Karsdorp (che a fine gara verrà “incenerito” da Mou) e pesca in area Pinamonti, bravo ad anticipare Smalling e a trafiggere il portiere romanista.