Corriere dello Sport – Sabatini, un mese in fumo

Walter Sabatini ritiro Riscone di Brunico PR

Giocatori che scompaiono, occasioni che si nebulizzano appena vengono sfiorate. Trattative senza fine, in tutti i sensi. Annunci attesi invano, rinvii continui. Il mercato della Roma sinora è stato questo, e sì che qualcuno avrebbe dovuto capire che non era il modo di riacquistare punti presso i tifosi colpiti al cuore in quella triste serata di maggio. Che non va più neppure nominata, come il Macbeth tra i teatranti. 

Ma non è così che ragiona Walter Sabatini, il direttore sportivo. (…) Siccome però nessuna cassaforte è a tenuta stagna, i nomi dei giocatori che interessano alla Roma o contattati per sondarne la disponibilità – auspicabilmente le due categorie coincidono – solitamente vengono scoperti. Per alcuni di essi i contatti sono andati avanti fino a un punto apparentemente di non ritorno; e poi invece giocatori che sembravano in mano ai giallorossi sono saltati. Altri restano in ballo, ma di loro non si sa più nulla se non che si avvicinano, si avvicinano, si avvicinano senza mai arrivare a Trigoria. E restano soltanto le seconde e terze scelte.

SENZA TRACCE – ll mercato funziona così, è vero. Ma intanto altre squadre, non ultima la Lazio, si mettono avanti con il lavoro e si sistemano. La Roma è ancora miseramente quella dello scorso anno, anzi con un portiere in meno (qualcuno potrebbe non senza qualche ragione sostenere che se il portiere era Stekelenburg meglio così). Anche se diamo Benatia per ingaggiato, non ci cambia il mondo. Quelli che avrebbero potuto cambiarlo non verranno. I romanisti si sono fatti venire l’acquolina in bocca guardando Paulinho in Confederations Cup per poi scoprire che lo prenderà il Tottenham o, nella migliore delle ipotesi, l’inarrivabile Real Madrid. Di Jovetic si sono perse le tracce perché l’unico mezzo per arrivarci sarebbe stato giocare la carta Osvaldo e si sarebbe rinunciato a un introito in contanti. (…)

LA DOMANDA – Ma se le cose stanno davvero così non sarebbe meglio spendere l’intera somma a disposizione per due elementi di sicura classe e ottimo nome piuttosto che per un gran numero – come probabilmente avverrà – di giocatori di media quotazione e di giovani bravi dall’insicuro avvenire?  (…)

 

Corriere dello Sport – M.Evangelisti

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