La condanna è aspettare. Che qualcuno suoni alla porta. Che il dentista chiami, con un sorriso sinistro. Che a Trigoria arrivi un allenatore. Non se ne può più di queste riunioni senza fine, dei ritorni a dossier spiegati del direttore sportivo Walter Sabatini, nomade di sentieri che solo lui sa, soprattutto adesso che gli hanno consegnato lo scettro dell’onnipotenza, la piccola onnipotenza di cui si può disporre in una società di calcio.
Sabatini parte e rientra, parla con i tecnici disponibili e con quelli non disponibili. Poi illustra, a voce e sulle onde dei telefoni satellitari, anche al presidente James Pallotta che non lascia più soli i manager di cui si fidava. Era come un fratello, è diventato un Grande Fratello. (…)
NIENTE SCINTILLE – Il che fornisce qualche indizio sull’identità nascosta. Nulla di decisivo, solo qualche traccia. Più vanno avanti le ore e più svapora la figura di Laurent Blanc, peraltro già abbastanza sbiadita. (…) Sabatini non ha rintracciato scintille negli occhi di Blanc ed è di quelle che andava in cerca. Dei crampi allo stomaco di eccitazione di cui Allegri gli aveva parlato e che poi si sono rivelati soltanto digestione faticosa. Con Blanc erano d’accordo su tutto, tranne che sull’importanza del lavoro. O forse non era neppure così, però Sabatini non si è sentito di affidare la sua credibilità a un allenatore incapace di sprizzare emozioni. (…)
Ieri Sabatini ha presentato alla platea di dirigenti ormai priva del dimissionario Baldini – il quale era in privato a Trigoria, per salutare tutti gli uomini della Roma – il suo ordine di preferenza. In cui non compare, se non in una nota a piè di pagina, il nome di Stramaccioni. C’è, in cima alla colonna, Rudi Garcia, altro francese che però ha il mento forte, gli occhi di Schwarzenegger e una voglia fiera di dimostrare qualcosa al mondo. Sin qui ha vinto il campionato nazionale con il Lilla, facendo muovere la squadra come uno sciame di api.
ESTETICA – L’indizio di cui parlavamo consiste nel fatto che Garcia è ancora legato al Lilla e il tempo guadagnato in queste ore da Sabatini può servire a risolvere questo dettaglio. Che poi dettaglio non è mai, come il caso Allegri ha dimostrato. Naturalmente analogo ragionamento vale per Marcelo Bielsa. Il durissimo argentino ieri è stato acclamato dalla tifoseria dell’Athletic Bilbao al grido di Marce’ non ci lasciar o qualcosa di simile.
Roberto Mancini nel registro di Sabatini compare. Il ds l’ha inserito senza eccessivo entusiasmo. Non è il demiurgo che desidera per la sua Roma. Per questioni estetiche che riguardano il modo di disporre in campo i giocatori e per altre considerazioni. Per Garcia è pronto un biennale da 1,2 milioni a stagione. Bielsa chiede di più. Mancini molto, molto di più e un mercato spaziale con giocatori esperti. (…)
Corriere dello Sport – M.Evangelisti