Juan: “Il razzismo è un crimine. L’infortunio? Tornerò il prima possibile”

Non è svanita l’amarezza di Juan dopo il derby con la Lazio, in cui il difensore brasiliano ha subito i cori razzisti da una fetta della curva Nord. E se la sconfitta nella stracittadina ha virtualmente precluso alla Roma le residue speranze di dare un senso ad un campionato avaro di soddisfazioni, anche il centrale giallorosso si vede costretto a salutare in anticipo la stagione, in seguito all’infortunio (LESIONE DI SECONDO GRADO DEL LEGAMENTO COLLATERALE MEDIALE) rimediato contro i biancocelesti. Sullo stop che lo terrà lontano dal campo per 40-50 giorni, e sul comportamento di una parte dei tifosi laziali, Juan si è espresso così:

“Ho lasciato il campo sentendo molto dolore e sfortunatamente oggi ho avuto la conferma della lesione al ginocchio destro. Non si tratta di una rottura, ma solo di uno stiramento al legamento. Ora voglio fare tutto il possibile per tornare prima di quanto i medici hanno previsto. I cori? E’ assurdo, una cosa come questa non deve ripetersi. Sentivo che stavano facendo dei cori – racconta Juan al portale lancenet.com.br – ho avvisato l’arbitro e poi ho fatto cenno ai loro tifosi di stare in silenzio. Quello che è accaduto è disgustoso, il razzismo è un crimine. Il calcio è uno sport, un gioco fatto per dare allegria alle persone. Per questo sono radicalmente contrario a qualsiasi forma di aggressione, fisica o verbale. Dopo questo episodio, gli stessi giocatori della Lazio sono venuti a complimentarsi e ad abbracciarmi, perché non era la prima volta che una cosa del genere accadeva con i loro tifosi”.

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