In campo il destino della Roma è nei piedi dei giocatori, fuori invece le sorti del club giallorosso sono tutte nelle mani dei giudici, che potrebbero imporre alla squadra di Garcia di giocare in un Olimpico praticamente deserto il primo marzo contro l’Inter. Colpa ancora una volta dei cori di discriminazione territoriale che, nonostante la chiusura delle curve, sono stati intonati nella gara con la Sampdoria dai tifosi romanisti. Il coro “O Vesuvio lavali col fuoco” partito a piu’ riprese dal settore dei Distinti Sud (e applaudito dalle tribune) finira’ domani al vaglio del giudice sportivo praticamente in contemporanea con l’udienza fissata all’Alta Corte di Giustizia Sportiva presso il Coni, che dovra’ invece prendere in esame il ricorso sul restante turno di squalifica delle curve.
Davanti al collegio presieduto dall’ex ministro Franco Frattini, il dg Baldissoni e l’avvocato Conte proveranno a far valere le ragioni della Roma. “A questo punto pretendiamo delle risposte urgenti” la linea della Roma, che rischia seriamente di andare incontro a una stangata. Anche per questo Morgan De Sanctis ha provato a sensibilizzare i tifosi evidenziando da un lato “l’anomalia” dei settori chiusi per discriminazione territoriale, e dall’altro il fatto che le squalifiche arrivano “perche’ purtroppo ci sono delle minoranze che penalizzano poi tutti quanti”. Minoranze che per il portiere “continuano a manifestare un disprezzo, una disapprovazione, chiamiamola anche goliardia” attraverso cori anti-Napoli. “Ma se c’e’ un po’ di cultura, di buon senso e di responsabilita’ anche quella minoranza si deve rendere conto che non e’ piu’ il caso di continuare a fare questo tipo di manifestazioni” l’appello di De Sanctis.
ANSA