Il Messaggero (U. Trani) – E’ come se il tempo si fosse fermato. Conte, basta seguirlo dal vivo a Coverciano, è tornato indietro. Alle sue origini. Ma lo ha fatto per andare avanti al prossimo Europeo. E’ successo proprio a fine percorso, cioè quando si sta per concludere il suo biennio sulla panchina della Nazionale. E, per non sfigurare in Francia, il ct ha deciso di limitare i rischi. Lo spartito da girare al gruppo è il più conosciuto. Da lui, dal suo staff e dal suo coro. Perché, con il 3-5-2 dei 3 scudetti di fila nella Juve, aumentano le chance di non stonare. Di non steccare nella competizione continentale che partirà il 10 giugno.
ESPERIMENTI ACCANTONATI – Conte, insomma, riparte dal via. In sette delle sue prime otto gare schierò la Nazionale con il 3-5-2, provando in amichevole contro l’Albania il 4-4-2 che, nella sua idea di calcio, diventa spesso in fase offensiva 4-2-4. Ma, nello scontro diretto a Spalato contro la Croazia, virò improvvisamente sul 4-3-3, convinto anche dalle caratteristiche dei suoi interpreti e dall’addio di Pirlo che se n’è andato negli Usa. Il tentativo è stato ripetuto in diverse partite, così come è stato riproposto il 4-4-2. Ultimamente ha usato pure il 3-4-3 che poi si è trasformato nel messaggio al gruppo: in fase difensiva. Ecco il 3-5-2, con Candreva a destra che si abbassa sulla fascia o addirittura da intermedio. Ma, a pochi giorni dall’ufficializzazione della lista dei 28 per il primo stage (quello della settimana scorsa), ha scelto di ricominciare dal suo assetto preferito. E’ stato, per la verità, costretto. Colpa del doppio forfait in mezzo al campo: senza Marchisio e Verratti, in grado di giocare pure in tandem e come Pirlo adatti pure al 4-3-3, è meglio puntare su esterni di corsa e qualità, affiancando al playmaker esterni di gamba e di sostanza, da Florenzi a Giaccherini, da Sturaro a Parolo.
CONCETTI ASSIMILATI – La «base», come ripete spesso il ct, è la difesa della Juve. L’unica certezza, prima di entrare in scena all’Europeo. Davanti a Buffon e accanto ai titolari Barzagli, Bonucci e Chiellini, cioè i senatori che lo hanno accompagnato nelle vittorie del suo triennio a Torino, sta cercando di far crescere Rugani, primo cambio di Allegri in questa stagione, e Ogbonna, pure lui avuto a disposizione in bianconero. L’unico estraneo, se così si può chiamare, è Astori che ha comunque partecipato alle qualificazioni. In più c’è Darmian, terzino di ruolo e centrale in emergenza. L’addestramento, insomma, serve per il centrocampo e l’attacco. Attorno a De Rossi che, dà possibile escluso, rischia di diventare il playmaker di riferimento, si ritrovano i suoi compagni della Roma: Florenzi, da intermedio destro, ed El Shaarawy, da esterno sinistro. Anche la Lazio è protagonista in azzurro. In mattinata, nelle esercitazioni, De Rossi (o Jorginho) è stato il regista nella linea a cinque, equilibrata negli interpreti: se sul lato destro c’è Candreva, a sinistra entra De Sciglio. Ala e terzino o viceversa, cioè con Darmian a destra ed El Shaarawy a sinistra. Parolo è la mezzala sinistra, Giaccherini la sua alternativa o quella di Florenzi a destra. Sono gli interpreti per il 4-4-2 con cui l’Italia affrontò il Belgio dopo le qualificazioni europee o quelli per il 3-4-3 scelto per le ultime due amichevoli contro la Spagna e la Germania. Davanti, invece, si cerca la coppia giusta: Pellè con Immobile, Zaza con Insigne, Eder momentaneamente fuori dai giochi.