Tuttosport – Antonio Conte lascerà la Nazionale. Su questo non ci sono dubbi. Neppure uno, perché il rinnovo di cui, giustamente, parla il presidente federale non è una prospettiva che il ct sta prendendo in considerazione. Ha bisogno di un club, Conte, smanioso di tornare a lavorare giorno per giorno sul campo, confrontandosi settimanalmente con gli avversari, applicando il suo maniacale approccio a un progetto che gli restituisca in pieno il ruolo di allenatore, leggermente depotenziato dalla posizione di commissario tecnico. Detto che la sua concentrazione non calerà di un millimetro da qui all’ultima partita dell’Europeo, non si accettano scommesse sul fatto che l’anno prossimo lo troveremo sulla panchina di un club. Quale? Bella domanda, perché qui lo scenario si fa più complesso. Ma neanche troppo… Perché il cerchio di società che possono attirare Conte e che possono essere interessate a Conte tende a stringersi, anche in considerazione del fatto che il gran ballo europeo delle panchine eccellenti ha già iniziato a piazzare i primi accoppiamenti (Ancelotti-Bayern e Guardiola-City, per esempio).
Può tornare alla Juve? – Ma veniamo al dunque e alla domanda che milioni di juventini si sta facendo: può, Conte, tornare sulla panchina che lo ha consacrato nel grande calcio? La risposta a questa precisa domanda è: sì, senza dubbio sì. Il che non significa che Conte torni al 100% alla Juventus, ma soltanto che le pregiudiziali che fino a qualche tempo fa impedivano di considerare l’ipotesi sono quasi tutte cadute e quelle che non lo sono ancora potrebbero farlo nei prossimi mesi. Naturalmente sarebbero necessarie alcune condizioni, tipo il divorzio da Allegri, che non è esattamente un dettaglio, visto che occupa la posizione di allenatore della Juventus, con piena fiducia della società. E quindi? Quindi attenzione alle sirene della Premier League che tentano Allegri e non da poche settimane. La situazione del tecnico juventino potrebbe, a fine stagione, arrivare a un punto di svolta: se vince ancora potrebbe avere una buona ragione per andarsene da vincitore, se non vince potrebbe essere a rischio (ma questo dipende molto dal come e quanto non vincesse). Insomma, la possibilità di cambiare allenatore a fine stagione non è poi così remota per la Juventus e Conte resta un’opzione. E, attenzione: un’opzione, non l’opzione.
Può andare alla Roma? – I giallorossi sono il club che sta corteggiando Conte con maggiore costanza e determinazione. E lui accarezza l’idea di misurarsi con l’impresa di vincere dove ci sono riusciti pochi eletti. Per i tifosi della Juventus ancora legati a lui una specie di incubo. Ma, va detto loro, potrebbe diventare realtà.
Può andare al Milan? – Meno possibilità della Roma e qualche dubbio sulla convivenza con Berlusconi e Galliani. Da non escludere.
Può andare all’estero? – Sì. E sommando le possibilità dei vari club, la soluzione all’estero è nel complesso la più probabile. Il Chelsea è una possibilità concreta: ha un traghettatore (Hiddink) fino a giugno e poi aspetta un grande condottiero che apra un ciclo e Conte sta studiando l’inglese. Il Paris Saint Germain lo ha già cercato in passato, in questo momento Laurent Blanc sembra in una posizione solida, ma non si sa mai. Lo United è nel caos, non è detto che cambi l’allenatore prima della fine della stagione esonerando Van Gaal o accettando le sue ventilate dimissioni. A quel punto sarebbe interessante capire la soluzione: se il manager diventasse Ryan Giggs, potrebbe anche diventare una scelta definitiva e i Red Devils si cancellerebbero dalla lista di collocamento per grandi allenatori. Attenzione infine allo Zenit di San Pietroburgo il, già annunciato, divorzio da Villas Boas aprirà il casting per la successione: chi accetta finisce ai margini del calcio europeo, ma ricoperto d’oro e un budget illimitato per costruire una squadra da Champions League. Un progetto ambizioso, di quelli che titillano da sempre Conte.