Se la miglior difesa è l’attacco, nel caso della Nazionale si può sostenere senza tema di essere smentiti che il miglior attacco è la difesa. Antonio Conte si arrabbia quando lo fanno passare per un novello Trapattoni ma la sua rivoluzione tecnico-tattica, che ha portato la Juventus a vincere tre scudetti in fila, è fondata sui magnifici quattro guardiani del faro. Buffon è il capitano e l’anima della squadra, Chiellini è il più estroverso e il più fisico, Bonucci il più bravo a far ripartire l’azione e il miglior difensore di serie A come numero di passaggi decisivi, Barzagli il più abile nella marcatura uno contro uno.
Nella Nazionale che riparte da Sofia con un filo di ansia e qualche incognita, da Verratti regista sino alle punte che non segnano, la difesa di ferro è il punto di forza. Potenziata dal ritorno di Barzagli, che per una volta mette d’accordo sia Allegri sia Conte: Max con quei quattro, oltre a mettere in bacheca lo scudetto, punta alle semifinali di Champions e magari alla finale di Coppa Italia; Antonio invece mira all’Europeo in modo da congedarsi nel migliore dei modi dall’Italia e la Federcalcio.
La trasferta in Bulgaria è una tappa fondamentale perché in caso di vittoria la qualificazione sarebbe da considerarsi fatta. Ecco perché il c.t. ha richiamato subito Barzagli, in campo solo tre volte (Palermo, Dortmund e Genoa allo Stadium) dopo il grave infortunio. Con i suoi fedelissimi sa di rischiare poco. Inoltre la versione 2.0 è persino più evoluta della prima: Buffon ha perfezionato il gioco con i piedi stile Neuer, il profeta della nuova scuola e Bonucci imposta l’azione, va nell’area avversaria a colpire (al pari di Chiellini) «ma da dietro guido l’aggressione di Barzagli e Giorgio agli attaccanti avversari ». Meccanismi studiati attraverso ore di lezione video, una vera fissazione di Conte. «L’allenatore ci ha guidato in un mondo nuovo con marcature preventive. Se i numeri parlano siamo la miglior difesa», racconta proprio Bonucci, il capomastro.
La migliore sia nella Juve che in azzurro. Nelle ultime 14 partite di qualificazione europea, le dieci di Prandelli verso Polonia e Ucraina 2012 e le prime 4 di Conte, l’Italia è la squadra che ha incassato il minor numero di reti, 4 appena, due con il vecchio c.t. e altrettante con quello nuovo. Sempre o quasi facendo leva sui soliti noti. Il segreto? Semplice, a parole: «Posizione e concentrazione, se stai bene in campo tutto è più facile. Senza contare che giocando insieme i meccanismi diventano automatici», racconta sempre Bonucci. Ma i difensori in Nazionale sono anche goleador. Nelle prime 6 partite con Conte hanno segnato 3 gol su 9, 3 su 6 nelle qualificazioni europee, grazie alla doppietta di Chiellini contro l’Azerbaigian e all’inzuccata di Bonucci in Norvegia. Bonucci ha firmato anche l’assist del primo gol azzurro del nuovo corso contro l’Olanda e ha messo la testa in quello di Pellè a Malta. I moschettieri azzurri sono pronti alla sfida di Sofia (7 mila i biglietti venduti sino adesso, 20 le previsioni per domani sera) in una squadra senza sorprese: Verratti guiderà il centrocampo, Zaza e Immobile saranno le punte, Candreva e Marchisio gli interni incursori, mentre Pasqual sembra aver superato la contusione alle costole ed è favorito su Antonelli per giocare in coppa con Darmian sulle fasce.
Corriere della Sera – A. Bocci