Il Tempo (E.Menghi) – È tempo di far parlare il campo, di capire chi è davvero pronto per la spedizione francese. Passa da Malta il destino degli azzurri in bilico, martedì i sette esclusi torneranno a casa, perciò per Antonio Conte il test con la Scozia sarà fondamentale per la scrematura finale. L’Italia ha sempre vinto nello stadio di Ta’ Qali e ha perso solo una volta, cinquant’anni fa, contro gli scozzesi. Stavolta il risultato conta il giusto, la priorità del ct è togliersi gli ultimi dubbi, concentrati a centrocampo: «Thiago Motta e Montolivo sono tornati ad allenarsi con noi, sono recuperati, però non penso di rischiarli. De Rossi ha questo problema al tendine d’Achille che può destare preoccupazione. Lui giocherà e speriamo possano arrivare risposte positive. Per ciò che riguarda i tagli, dico che sono molto soddisfatto dell’impegno di tutti. Non sarà facile fare delle scelte, soprattutto vedendo questo atteggiamento e questa voglia». L’annuncio dell’impiego del romanista dal 1’ suona come ultima chiamata per dimostrare di meritarsi un posto tra i 23 e, soprattutto, di stare meglio di come sembra. Perché per Conte l’aspetto fisico conta parecchio, anche se non è tutto: «I giocatori devono essere in condizioni ottimali, ci sono situazioni maggiormente a rischio. Chiaramente, non possiamo permetterci di portare troppi giocatori non al 100%. Ma – ci tiene a sottolineare – io sto lavorando come faccio nei club, soprattutto dal punto di vista tecnico-tattico. Altrimenti, farei le convocazioni in base a chi corre la maratona».
Nessun indizio sulla formazione per l’amichevole di Malta, il ct azzurro tiene tutti sulle spine: «Sicuramente giocheremo con due attaccanti, ma l’undici lo scelgo all’ultimo. Voglio avere delle risposte e togliermi qualche dubbio. Stiamo lavorando anche dal punto di vista della realizzazione, l’abbiamo fatto prima e adesso sto spingendo un po’ di più. Stiamo lavorando per provare a sorprendere. Perché non è stato assegnato il dieci? Perché era un indizio e abbiamo deciso di non darlo». Strategia. La certezza è Buffon tra i pali, ancora per quanto sta a lui deciderlo: «A questa età quando stai bene fisicamente l’unica cosa che ti può tradire è l’assopirsi di certe emozioni. Faccio programmi a breve scadenza. Sicuramente l’idea del sesto Mondiale c’è e ad oggi è fondata, ma dovrò meritarmelo. Farò di tutto affinché possa accadere. Ora pensiamo al test che ci avvicinerà all’Europeo: sarebbe una buona cosa dare delle risposte incoraggianti. Abbiamo avuto defezioni importanti, ma non dobbiamo piangerci addosso e tutti venderanno cara la pelle. Caratterialmente, non difettiamo in nulla».
È un ottimo punto di partenza, pure se si è incudine e non martello. La Scozia, pur avendo fallito la qualificazione, è reduce da tre vittorie consecutive contro Gibilterra, Repubblica Ceca e Danimarca, e per il ct Strachan sarà l’occasione per «sperimentare i nuovi talenti». Dieci i precedenti tra le due squadre, l’Italia ne ha vinti sette. La Nazionale proverà ad arricchire il bottino di successi schierandosi con il 3-5-2 in cui la difesa è formata dal blocco Juve, con Barzagli, Bonucci e Chiellini a protezione di Buffon. Sulle corsie laterali dovrebbero partire titolari Darmian e De Sciglio; in mezzo al campo i due romanisti Florenzi e De Rossi con uno tra Jorginho e Giaccherini; davanti con Pellè ci sarà uno tra Insigne (in vantaggio) ed Eder, tra gli indiziati per il taglio di martedì. E’ l’ora degli esami e nessuno vuole lasciarsi scappare il treno per la Francia.