Repubblica.it (F. Bianchi) – Le votazione al Coni si terranno a febbraio 2017, dopo l’anno olimpico: il calcio perderà un posto in Giunta. Sì perché il battagliero Giancarlo Abete, dopo due mandati (8 anni), non sarà più eleggibile (con lui uscirà anche Achini). Abete è sempre stato uno strenuo difensore del mondo del calcio: sia quando ci sono stati tagli dei contributi e la riforma della giustizia sportiva, sia quando Malagò ha sussurrato la parolina “commissariamento” che dalla parti di via Allegri e dintorni provoca sempre non poca agitazione. Il commissariamento è una sconfitta per il calcio: Malagò sa che oggi non esistono gli estremi ma tiene d’occhio quello che fa Tavecchio ed è pronto ad intervenire se la serie A dovesse partire in ritardo (ma non succederà).
Abete si è opposto anche al maxi-commissariamento della Lega Pro sino a fine anno, come voleva Lotito: e ha fatto sentire la sua voce con estrema decisione la settimana scorsa in consiglio federale (dove lo stesso Abete pare sia entrato anche in rotta di collisione col dg Michele Uva). Tornando al Coni: Malagò nel suo programma elettorale aveva promesso, “no calcio in Giunta”, e quindi non potrebbe mai portare avanti la candidatura di Tavecchio. Ma il n.1 della Figc-se fosse confermato, cosa probabile-potrebbe candidarsi, così come hanno intenzione di fare molti presidenti di Federazione, amici e nemici di Malagò (Binaghi, Matteoli, Barelli, Fraccari, Giomi, Di Rocco, eccetera). Anche Abodi e Beretta potrebbero candidarsi in quota dirigenti, mentre Tommasi ha già un posto in consiglio nazionale del Coni. Fiona May dalla Giunta uscirebbe come atleta ma sarebbe eleggibile come dirigente, mentre la Sensini se diventasse membro Cio entrerebbe di diritto in Giunta, lasciando libero così un posto agli atleti. La grandi manovre sono già iniziate.
Boston 2024: la popolazione resta contraria
Boston 2024, un nuovo sondaggio fra la popolazione: calano gli indecisi, ma salgono i contrari che sono al 50 per cento. In città i favorevoli sono invariati (40%). In sei mesi il comitato promotore non è riuscito a convincere i cittadini: ha tentato anche la strada di un nuovo progetto. Inutile. Intanto ha deciso di non costruire il “media centre” ma di sistemare migliaia di giornalisti in qualche ufficio in centro città: meglio che non lo facciamo sapere al Cio. A Parigi intanto si è spenta la polemica dopo l’uscita del sindaco Anne Hidalgo che voleva rendere balneabile la Senna (la stessa cosa aveva promesso anni fa Chirac): gli esperti hanno fatto subito notare come la cosa non sia possibile, troppo alto l’inquinamento. Pensate se l’avesse detto Marino…
Stadio Olimpico con le barriere? Pagano Roma e Lazio, non il Coni
Il prefetto di Roma, Gabrielli, insiste: per il prossimo campionato lo stadio Olimpico dovrà cambiare volto, almeno in curva. Previste barriere di separazione per evitare scavalcamenti, e segmentazione dei settori (con riduzione dei posti a disposizione). Un problema per i club, tra l’altro la Roma ha già iniziato la vendita degli abbonamenti. Proprietario dell’Olimpico il Coni, Roma e Lazio pagano l’affitto. Michele Uva, dg della Figc, in una recente intervista ha detto: “Bisogna andare nella direzione dell’Uefa che chiede di abbassare le barriere, non di alzarle. Pensate se l’Olimpico non fosse a norma Uefa con due squadre che giocano in Champions…”. Il Coni non ha alcuna intenzione di sborsare un centesimo per adeguare l’Olimpico alle rischieste del prefetto, anche perché il Coni garantisce uno stadio perfettamente agibile e che risponde in pieno agli standard europei. Tocca a Roma e Lazio quindi pagare. Chissà che Lotito non chieda uno sconto sull’affitto?