«Se Lotito ha questo tipo di consenso all’interno dell’assemblea, forse è giusto che diventi lui il presidente della Lega di Serie A, così si esce fuori dall’equivoco una volta per tutte. Il mio è un ramoscello d’ulivo da una parte, ma una provocazione dall’altra». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito al peso politico del n.1 della Lazio in ambito della Lega.
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«Non è accettabile che nessuno abbia detto: è colpa mia. Non c’è nessuno che finora si sia assunto la responsabilità di questa situazione. Se nessuno se la prende, allora sarà compito delle istituzioni individuare di chi è la colpa: questo è sicuro, perché non è più accettabile». È il monito lanciato oggi dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito al caso Parma. «Nel 2015, nello sport in Italia, non è accettabile. Questo scarico di responsabilità l’uno con l’altro io non lo accetto, quindi aspettiamo questa assemblea di Lega in programma venerdì e vediamo cosa emerge, poi è chiaro che con il sottosegretario Delrio ci confronteremo non solo ufficiosamente ma anche ufficialmente», ha avvertito Malagò, oggi all’Istituto di Medicina Sportiva all’Acqua Acetosa.
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«Lotito e la clausola compromissoria? Stiamo verificando se è vero che ci sono stati due pesi e due misure o 50 pesi e 50 misure. E anche questo è inaccettabile». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si esprime così sull’ultimo caso che coinvolge il presidente della Lazio, al quale la federazione avrebbe concesso una deroga alla clausola compromissoria per querelare il dg dell’Ischia, Pino Iodice. «Se c’è una cosa su cui noi possiamo e dobbiamo intervenire è proprio quella della giustizia sportiva. Ci siamo spogliati del merito dell’ultimo grado ma abbiamo il diritto dovere di capire se si parte tutti allo stesso modo oppure no», evidenzia il n.1 dello sport italiano facendo riferimento a un caso precedente, quello del dg della Juventus Beppe Marotta al quale non era stata concessa la deroga per querelare Lotito dopo le sue offese pronunciate a margine di una assemblea di Lega a Milano. «I discorsi sono due: o è stato sbagliato a suo tempo il discorso con il dg della Juventus, e questo deve essere dimostrato, oppure non ho capito per quale motivo qui si è ritenuto di agire in modo diverso», conclude Malagò, sostenendo che l’argomento non è stato trattato nell’incontro di questa mattina con il presidente bianconero Andrea Agnelli.
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«Un commissario ad acta per rivedere la maggioranza qualificata in Figc? Tavecchio me lo ha anticipato, è chiaro che se sono indispensabili certe riforme, se si può daremo una mano in questo senso. Sono tutte riflessioni che si devono fare ma il mondo del calcio questo tipo di problemi dovrebbe risolverseli al suo interno». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sulla possibilità di nominare un commissario che modifichi lo statuto della Federcalcio per sbloccare l’attività del consiglio federale anche in materia di riforme. «È troppo comodo dire non riusciamo a fare le cose dateci una mano dall’alto – ha aggiunto Malagò oggi all’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport all’Acqua Acetosa all’Istituto di Medicina Sportiva all’Acqua Acetosa -. Su troppi fronti il mondo del calcio ha come specialità quella di andarsi a cercare dei guai oltre a quelli che ognuno di noi ha, anche noi del Coni. Devo dire che sono abbastanza degli specialisti in questo, va riconosciuto».
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