Il Messaggero – Osvaldo vale il doppio di Vucinic

«La Roma ha offerto diciassette milioni per Osvaldo, cioè due più di quelli incassati per Vucinic…. Io davvero non ho parole…». Così, intorno alla metà di agosto, nella Capitale si commentava così la notizia del passaggio del montenegrino alla Juve e il possibile arrivo dell’italo-argentino alla Roma. Un po’ tutti hanno pensato che nel cambio i giallorossi ci avrebbero rimesso e nemmeno poco.
Dati alla mano, non è così: Osvaldo, lo dicono i numeri, è due volte meglio di Vucinic. Certo, il montenegrino si sta giocando lo scudetto e vai a convincerlo che ha fatto male a scegliere Torino, però Osvaldo a Roma non lo sta facendo rimpiangere e forse anche lui aveva ragione quando, il giorno della presentazione, disse «la Roma mi ha anche pagato poco». In questi casi possono ritenersi soddisfatte sia la Roma sia la Juve, anche se i bianconeri si sono resi conto che in Mirko non hanno trovato il bomber che cercavano e che, per ovvii motivi, oggi si sono messi a cercare di nuovo. A Trigoria invece si ritrovano in casa un calciatore che vede la porta, magari meno raffinato di Vucinic ma con il piede più caldo in area di rigore. Domenica, per la prima volta, i due si ritroveranno uno contro l’altro (e Vucinic per la prima volta affronta la Roma da ex), con agli atti qualche dato interessante e significativo. Osvaldo, che è stato il sostituto di Vucinic anche a Lecce, ha più che doppiato Mirko nel numero di gol: 11 in 23 presenze contro i 5 in 27 partite. Alla Roma Osvaldo è costato fin ora 1,59 milioni di euro a gol, mentre Vucinic alla Juve 2,5. Ricordiamo che il club bianconero ha sborsato per l’ex romanista 15 milioni di euro, la Roma ne ha versati 17,5 (bonus compresi) all’Espanyol.

Vucinic nella sua prima stagione a Roma chiuse con 2 reti, ma va ricordato che quell’anno subì un intervento al ginocchio che lo tenne fuori per un bel po’. Anche Osvaldo è stato fermo per molto tempo ma è già finito in doppia cifra, cosa che Mirko è riuscita nella sua terza stagione romana, chiedendo il conto a 11 dopo averne fatti 9 nel secondo anno e quei famosi due all’esordio. Il record nella Roma è di 14 reti (il penultimo anno), cioè solo tre in meno di Osvaldo, che ha la possibilità di agganciarlo già in questa stagione esaltante per lui (si è guadagnato pure la prima convocazione da parte di Cesare Prandelli) non tanto per la Roma. Poi, dici: ma Vucinic non è un bomber, è più bravo a fare gioco. Quindi pensi che sia più bravo come numero di assist? No. Vince Osvaldo anche qui: 5 contro 4. Perfetta parità se consideriamo espulsioni e ammonizioni: tre gialli per parte e un rosso per parte. Vince Osvaldo se si aggiunge l’espulsione di Firenze comminata dal suo allenatore, Luis Enrique.

Osvaldo, a differenza di Vucinic, si è subito integrato a Roma, ambiente che ha sentito suo dal primo giorno, mentre all’ex numero 9 giallorosso questo non è mai successo fino in fondo, tant’è che non vedeva l’ora di andarsene, quasi esausto del rapporto con i tifosi che non lo hanno mai digerito fino in fondo, forse per la sua discontinuità, che lo sta accompagnando anche nell’avventura torinese. Qui a Roma s’è visto subito un Osvaldo sorridente, subito un impatto con personalità (dal ceffone a Lamela al semplice gesto di imporre la sua musica all’Olimpico prima di ogni partita). Vucinic era arrivato come il campioncino del Lecce che doveva solo esplodere, Osvaldo è stato accolto con diffidenza, visto che in Italia aveva sempre fatto poco e che la sua vena da bomber si era sviluppata solo in Spagna.

Numeri alla mano, Osvaldo meglio di Vucinic; Dani piace più di Mirko ai tifosi. Sarà per quel suo imitare Batistuta, perché a Roma, Gabriel ha significato qualcosa, sarà per quella sua evidente passionalità che infiamma i tifosi giallorossi. Vucinic ha deciso un po’ di derby e quelle volte l’asticella dell’amore dei tifosi nei suoi confronti è salita un bel po’ per poi riscendere dopo alcune partite anonime. Osvaldo ha segnato una rete in un derby perso. Ecco, adesso la gente si aspetta che Dani decida una partita contro la Lazio. In attesa che domenica faccia male alla Juve e che vinca il duello con il suo passato.

Il Mesaggero – Alessandro Angeloni

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