Daniele De Rossi parla in conferenza stampa a Trigoria del rinnovo di contratto con la Roma, che lo legherà per altri 5 anni alla squadra giallorossa. Dopo l’annuncio di ieri fatto dal direttore generale Franco Baldini dopo la grande vittoria contro l’Inter per 4-0 e la firma effettuata dal calciatore nella giornata di venerdì, ecco le parole del centrocampista romanista.
Anche Franco Baldini ha rilasciato alcune dichiarazioni, iniziando con il comunicare i termini dell’accordo:
“Con Daniele è stato raggiunto un accordo che andrà a decorrere dal prossimo primo luglio. Il compenso sarà di 10 milioni di euro lordi, quindi 5,5 netti, pù vai bonus per le presenze e per i traguardi. E’ un contratto che non prevede nessuna clausola e il club ha il 50% dei diritti d’immagine del calciatore.
L’atteggiamento della Roma è evidente, vogliamo considerare gli arbitri solo dei particolari e non ci azzardiamo a parlarne. Questo commento basta e avanza. C’è l’idea di fare il calcio in un certo modo, che la crescita globale consentiranno di fare. Un calcio che possa essere bello e vincente. Nessuno ha nascosto il fatto che voglia essere vincente, non è stato definito l’orizzonte temporale perchè non lo sappiamo, dipende anche dalla qualità del nostro lavoro e degli altri, ma quello è l’obiettivo. La firma di Daniele vuol dire che con tutte le offerte che aveva, e gli voglio rendere onore quando dice che è il contratto era quello che voleva, c’è stata una trattativa lunga e complessa in cui ognuno ha usato le armi negoziali che aveva a disposizione. Alla fine ha avuto ragione lui, ma devo dargli atto che le squadre più prestigiose ed esotiche avevano offerto soldi che non vale la pena di nominare credo che la scelta non sia stata fatta per soldi. credo che abbia verificato la possibilità di arrivare a vincere, anche restando a Roma. Non vorrei parlare della clausola, visto che non è stata inserita nel contratto, sono due mesi di trattative, immaginatevi le voci che ne sono uscite. Se ne è parlato molto brevemente e per cifre diverse da quelle che sono state indicate. Per quel che riguarda lo sfruttamente dei diritti d’immagine è stato importante il direttore commericale Winterling, con cui avevamo parlato di questa possibilità. Secondo lui c’era la possibiltà di poterlo sfruttare. Questo è compito del direttore commerciale, a parte lo sponsor tecnico il resto è completamente libero“.
Ora le parole di De Rossi:
ROMA E LA ROMA – “Cosa mi ha spinto a rimanere? Questa squadra, questa città e questa gente. Quello di cui ho bisogno sta qua, non cambia niente dal primo contratto che ho firmato con la Roma, è cambiato al massimo il percorso. Io ho bisogno della Roma per giocare a pallone in una certa maniera, ma ho pensato a tante altre cose, ho sentito mille persone. Comunque lo sapevo che alla fine avrei fatto questa scelta. C’è stato un momento durante la scorsa stagione che sentivo che l’amore con i tifosi era scemato, io avevo anche le mie responsabilità, io avevo questa sensazione e l’ho detto subito, io a casa mia ci devo stare solo se sto bene. Quello mi aveva fatto pensare anche ad altre possibilità, poi ho avuto anche il pensiero di andare a confrontarmi con altri grandi campioni, di andare a competere per trofei importanti. Sarebbe di cattivo gusto e troppo facile parlare delle persone invischiate nel calcioscommesse e paragonarle a me e Totti che abbiamo deciso di rimanere qua a Roma per sempre. Il fatto che ci siano due giocatori che hanno sposato una città, una squadra è da legare ai tifosi. Si fa fatica ad andarsene, in più c’è da dire che abbiamo trovato un ambiente molto positivo. Io lo considero praticamente una famiglia, prima c’erano i Sensi, ora si continua sulla stessa lunghezza d’onda, con delle differenze, ma sempre con un’atmosfera positiva. Quando si sceglie si sceglie, non saranno i risultati che mi faranno cambiare idea, io lo so che significa rimanere alla Roma e non cogliere certe occasioni a livello personale. E’ una scelta di cuore, ma anche di testa. Io non rimango a Roma per fare il turista, ma credo molto in questo progetto, mi aspetto molto da questa società. Ora devo rispondere sul campo, spero di convincere tutti quanti. Credo che anche qualche tifoso sarà contrario al mio ingaggio e al mio contratto, anche questo è Roma, qui si parla sempre di calcio. Qua a Roma ci stanno troppe fazioni, spesso si pensa più alle proprie idee che al bene della squadra ed è così da tanto tempo. Noi giocatori dobbiamo migliorare a livello tecnico e di maturità, ma è un lavoro quotidiano. Io ho sempre sentito i tifosi molto vicini a me, nel calcio ci sono poche bandiere, ma quelle bandiere guadagnano tanto, è una questione di mercato, questo è il contratto più importante della mia vita. I dirigenti sanno che ora hanno un giocatore che quando gioca con la maglia della Roma darà sempre qualcosa in più, poi se trovassi un giocatore che gioca gratis, o sottopagato, gli stringerei la mano. Qua a Roma si può diventare idoli anche senza vincere niente, ma io voglio riempire la mia bacheca“.
CONTRATTO – “La parte economica è stato l’ostacolo principale, io non volevo fare sconti, mi dispiace, ma dico la verità. Io dal primo giorno ho chiesto una cifra ed è sempre stata quella. La clausola è stato un tentativo della società, ma ritenevo stonasse con il mio comportamento con i tifosi della Roma e non se ne è fatto niente. La vecchia società mi aveva offerto un contratto nel primo anno di Ranieri. Mi dissero se volevo rinnovare, io dissi che non volevo pensarci in quel momento, volevo pensare solo a vincere lo scudetto, pensavo che non ci sarebbero stati intoppi, sarebbero bastati pochi minuti per risolvere la questione. Poi si sono venuti a creare dei problemi, la vendita della società, problemi economici. Io non ho mai chiesto un rinnovo, mi è sempre stato proposto, e non mi andava di andare a chiedere il rinnovo in un momento di difficoltà della società. Questa nuova società si è trovata in una situazione difficile, più ci si avvicina alla scadenza del contratto e più il giocatore ha potere. Io non so come dirlo, volevo questi soldi. Ora il coltello dalla parte del manico ce l’ha la società, ma per vendermi mi devono cacciare, adesso non è facile parlare di quello che succederà, ma io non resterei a fare il parassita a Roma. Pallotta mi ha fatto un’ottima impressione, è una persona ambiziosa, non è venuto a perdere tempo. E’ una persona anche simpatico, nella trattativa però il merito va dato di più a Baldini, Sabatini e Fenucci. Pallotta è stato convincente, ma c’è gente che ha lavorato tutti i giorni per convincermi. Il suo ruolo è stato comunque fondamentale perchè è lui che ci mette i soldi”.
ALTRE OFFERTE – “Ho parlato con tante persone in modo informale e formale. Avevo voglia di vedere se ero davvero così forte, lo vedrò da qua. Non dirò mai la squadra che mi è stata più vicina, ce ne sono state diverse, alcune molte potenti dal punto di vista del fascino, altre perchè ti levano il sonno per le offerte, quasi pazze, che ti fanno. Mi ha cercato anche qualche squadra italiana, per me è stato un onore, ma sarebbe stata la mia ultima scelta, perchè la mia prima opzione sarebbe stata andare all’estero, con il massimo rispetto per loro, ma io sono fatto così. A me avevano convinto anche i progetti delle altre squadre, mi convincevano eccome, ma aldilà delle offerte devo ringraziare tanti allenatori e dirigenti che si sono esposti per me, io faccio il tifo per loro nei campionati stranieri, ma quando c’è in ballo la Roma è tutta un’altra cosa”.
LUIS ENRIQUE – “”Luis Enrique è stato comunque fondamentale per ridarmi la spinta necessaria. Credo sia l’allenatore migliore che io abbia mai avuto, ogni sua decisione mi piace, la condivido. Non è facile, ve lo assicuro. C’è grossa fiducia nei miei confronti, vogliono responsabilizzarmi e ciò mi fa piacere. L’anno scorso qualcosa mi è mancato da un punto di vista delle prestazioni, quest’anno ho avuto un netto miglioramente e credo sia venuta da me questa voglia di rivalsa. Volevo zittire alcune critiche nei miei confronti che mi sembravano eccessive, anche a livello tattico ho trovato un allenatore che mi valorizza, che mi dà responsabilità, io voglio stare al centro del gioco, voglio essere la causa delle vittorie e anche delle sconfitte. Credo che si debba migliorare tutti insieme, società, giocatori, staff tecnico, organico, quelli che hanno mostrato finora maggiore crescita sono i tifosi, ieri abbiamo dimostrato cosa possiamo fare“.
IL PROGETTO ROMA – “La parola progetto spesso qua è stata abusata. Non so quantificare la durata del progetto, di quando si potrà iniziare a vincere, posso dire solo che un dirigente può aspettare anche 10 anni, io no. Io voglio che questo sia l’unico, l’ultimo anno in cui partiamo in seconda linea. Era inimmaginabile poter competere sin da quest’anno, ma dall’anno prossimo il direttore dovrà fare uno sforzo in più per arrivare a vincere. Dobbiamo maturare, vista l’età media della squadra. In 5 anni penso di poter competere per lo scudetto, per la Champions League è più difficile vista l’entità degli sfidanti. Ho avuto delle garanzie sulla competitività della squadra, mi hanno elencato tutte le loro idee e i traguardi che vogliono raggiungere, ma credo che sia il gioco delle parti, non credo che si convince un giocatore dicendo che si faranno campionati da metà classifica, e mi hanno convinto da quel punto di vista. Io ho parlato anche con il presidente, con i presidenti dall’America, io ancora non ho capito chi sia il presidente. Ho parlato anche con Sabatini, lui non è uno sereno, non vive con tranquillità e cercava di convincermi con la sua enfasi, ma non ce ne era così tanto bisogno. Questa è una squadra che ha degli alti e bassi perchè è giovane, a tanti livelli. E’ nata da poco, ci sono giocatori giovani e anche il tecnico. Noi giochiamo un calcio pià bello del resto delle squadre di serie A, ieri abbiamo giocato una grande partita. Io credo che l’obiettivo della Roma sia arrivare più in alto di Lazio, Napoli, Udinese ed Inter, se arrivassimo sopra queste squadre sarebbe una stagione da incorniciare. Io non mi accontenterò mai di un terzo posto, ma oggi sarebbe un buon traguardo”.
LE TROPPE VOCI – “Ho sentito tante teorie su di me, le cose che mi hanno ferito sono quelle uscite dalle persone che mi conoscono bene. Se lo dice una persona che non conosco non mi interessa tanto. Ogni giocatore ha mille motivazioni diverse, io non ho mai capito i tifosi che fischiano quelli che se ne sono andati da Roma. Per esempio per me è assurdo fischiare Aquilani e Mexes che per questa maglia hanno dato tantissimo”.
TOTTI – “Totti mi ha lasciato tranquillo, non mi ha mai pressato. E’ stata fondamentale la sua immagine, mi ha mostrato che si può essere felici anche qua a Roma. Io credo che, anche senza battere tutti i record, che credo non batterà mai più nessuno. Arrivare a diventare all’età sua essendo così amati è bellissimo”.
IL PROCURATORE BERTI – “Questa cosa che il mio procuratore era un orco, un cattivo è una cosa di cui volevo parlare, lui non è tifoso della Roma, è di Pistoia e magari mi ha anche consigliato di andare a vedere quali fossero l’alternativa, ma è normale, fa il suo lavoro, anche molte altre persone mi hanno detto di guardarmi intorno. Ma non può dire cose che io non penso, lui è la mia bocca con la società. Non esiste nessun procuratore che decide per il calciatore”.
STATO FISICO – “Ora sono felicissimo sia fisicamente che di umore, questa conferenza era prevista per oggi nonostante il risultato di ieri. Sono contento di farla oggi perchè il mio umore è alle stelle, ma io ho firmato 3-4 giorni fa, ci eravamo ripromessi di parlarne oggi. Io di pubalgia ho sofferto nel 2003 ed è stato l’infortunio più importante della mia carriera. Io non riesco a stare fuori senza giocare e senza allenarmi, la sostituzione di Catania e la squalifica contro il Siena mi serviranno per tornare in campo al meglio”.
CALENDARIO – E’ utile il buonsenso quando si stilano i calendari, a me piace il calcio giocato alle 15, mi ricorda quello che vivevo da tifoso. Ricordo il derby del 3-0 di Balbo, Cappioli e Fonseca con Mazzone alle 3 di pomeriggio trasmesso dalla Rai, ma so che i soldi delle tv sono fondamentali, però ripeto c’è bisogno di buonsenso”.