Alla vigilia del match di campionato contro la Roma, in programma domenica 3 febbraio allo stadio Olimpico alle 20:30, il tecnico del Milan, Gennaro Gattuso, ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. Queste le dichiarazioni dell’allenatore rossonero:
La settimana di Coppa Italia è destinata a lasciare delle tracce anche sul campionato?
È una competizione diversa, domani giocheremo il campionato. Sicuramente tutte le squadre che sono passate hanno meritato. Bisogna cavalcare l’onda dell’entusiasmo. Affronteremo una squadra che viene da un periodo non positivo, ma composta da grandi giocatori. I numeri parlano per la Roma: all’Olimpico ha segnato 43 gol, 14 su calcio piazzato. È la squadra che tira di più in porta in tutta la Serie A con 135 tiri. Noi dobbiamo stare molto attenti, è vero che sono in difficoltà ma domani sarà una partita molto difficile. Voglio vedere la stessa applicazione e la stessa voglia che ho visto in queste settimane.
Avversario ferito di qualità domani dunque?
La Roma nei momenti di difficoltà quest’anno è sempre riuscita a fare buone prestazioni. Hanno vinto le ultime tre partite all’Olimpico e noi dobbiamo stare attenti perché ci sono grandi giocatori e un allenatore che fa bene da tanti anni.
Era da anni che il Milan non era lì al quarto posto in questo momento, a poter decider il proprio futuro. È cambiato qualcosa in queste settimane?
Prima di Frosinone avevo detto alla squadra che dovevamo stare dove siamo ora fino alla primavera. Se vai a vedere il Milan negli ultimi anni in primavera non c’è mai stato a giocarsi la Champions League. Noi dobbiamo essere bravi a rimanere là e giocarci nelle ultime sei o sette partite qualcosa di importante. Non dobbiamo commettere un errore. Dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, con professionalità. Qualcuno tante volte ha il muso perché non gioca da protagonista ma deve pensare al bene della squadra. Dobbiamo continuare con questa mentalità, con la voglia di stare in campo con e di lavorare e senza pensare ognuno al suo orticello. Se riusciamo a ragionare tutti in questa direzione secondo me possiamo fare qualcosa di importante.
Quella di domani, a livello psicologico e di classifica, è una partita spartiacque?
È una partita importante ma ormai saranno tutte importanti. Ripeto, giocheremo contro una squadra che sulla carta ha giocatori incredibili. Stanno attraversando un momento non positivo, dovremo essere bravi a farci trovare pronti perché domani giocare contro la Roma non è mai facile.
Il Milan è più forte dopo il mercato?
Sicuramente. Il mercato lo abbiamo fatto con i giocatori che rientreranno: Biglia, Caldara, Zapata. Quando rientreranno tutti quelli che non sono a disposizione avremo comprato altri giocatori che non abbiamo mai avuto per tre o quattro mesi. Penso che questa squadra si sia rinforzata sicuramente.
Piatek come va gestito?
In una squadra c’è un organizzazione di gioco sicuramente ma il suo istinto dei movimenti va lasciato stare lì. Non bisogna dargli troppe informazioni, l’istinto che ha lo deve tenere. Per come muoversi, per come difendere e per come vogliamo andare a pressare gli avversari qualche informazione in più bisogna dargliela. Ma sui movimenti offensivi e queste cose qui meno informazioni si danno e meglio è. Penso che in questo momento sia giusto che giochi con le sue caratteristiche.
Meno dubbi su di te ora. Senti che è la tua rivincita?
Tra 15 giorni si fanno due prestazioni non positive e ritorno ad essere per tanta gente di nuovo quello incapace. Prima sentivo che hanno massacrato anche Ancelotti, fa parte del nostro lavoro. Io non ho bisogno delle conferme, ho bisogno di avere in mano lo spogliatoio, di allenare dei ragazzi che credono fortemente in quel che propongo. Sinceramente non mi interessa del resto. Non ho bisogno delle carezze, mi possono anche massacrare, mi basta lavorare e credere fortemente in quello che propongo durante la settimana.
Paquetà e Piatek si sono inseriti molto bene. Chi ti ha sorpreso di più?
Piatek aveva già fatto cinque mesi nei quali ogni volta che toccava palla la buttava dentro. La sorpresa a livello tattico è stata Paquetà. Già dopo una settimana vi dissi che è un brasiliano atipico ed è una spugna, assorbe bene, osserva, chiede, sta lì ed è curioso. Sicuramente la sorpresa più grande a livello tattico è stata Paquetà.
Questo Milan può fare a meno di Bakayoko?
In questo momento no, se ci saranno i presupposti è un giocatore che deve rimanere al Milan perché sta dimostrando grandissime doti tecniche, deve rimanere sicuramente. Non tengo io la contabilità, non so come vanno le dinamiche ma è un giocatore che ci sta dando tanto e spero possa diventare fondamentale negli anni per la società.
Dal mercato però non è arrivata un’ala…
Non mi devi chiedere nulla, non è arrivata perché ce l’abbiamo. L’ho già detto prima: il mercato sarà fatto anche da chi tornerà, poi sono arrivati due giocatori importanti. Il mercato è fatto, non dobbiamo prendere tanto per fare, abbiamo parlato con la società. Non abbiamo trovato qualcosa che ci avrebbe fatto fare un incredibile salto di qualità e abbiamo preferito stare così perché abbiamo gli attaccanti esterni e abbiamo fiducia in quelli che sono rimasti.
Che cosa ne pensi di Nicolò Zaniolo?
Grandissima ammirazione perché veramente sta facendo cose incredibili. L’ho seguito lo scorso anno perché ho allenato per quattro mesi in Primavera. Devo dire che già si sapeva che era bravo quando era all’Entella, poi lo scorso anno in Primavera ha dimostrato le sue qualità e sicuramente sta dimostrando grandissima qualità. Penso che per il calcio italiano è un qualcosa di importante, una fortuna. Spero per lui che non si perda: tesa giù e lavorare. Penso che in questo momento è uno dei talenti più importanti del calcio italiano.
Com’è la situazione relativa alla preparazione?
Noi fisicamente stiamo bene. Tante volte è l’entusiasmo che ti porta a fare qualcosa in più, ma a livello di dati e test che facciamo al Milan Lab la squadra sta bene fisicamente. Però dopo c’è la componente entusiasmo, quando riesci a fare un filotto di partite è ovvio che la squadra sta attraversando un buon momento. Sapevamo che il lavoro proposto in estate ci poteva dare dei frutti. Abbiamo perso dei giocatori per strada, abbiamo sbagliato qualcosa anche noi ma tutto sommato la squadra sta molto molto bene.
Come far coesistere Piatek e Cutrone in stile Shevchenko-Inzaghi ai tempi di Ancelotti?
Innanzitutto bisogna vedere le caratteristiche. Tu sai quali sono le caratteristiche di ogni singolo giocatore o se potevamo giocare a 3 o a 4 a centrocampo con due mezze punte ed una punta oppure il contrario. Bisogna vedere le caratteristiche. Oggi per me abbiamo due giocatori che possono giocare insieme. Ma bisogna vedere se vogliamo giocare con un centrocampo a 3 e due punti, oppure con la mezza punta e poi vedere quanti giocatori stanno fuori e quanta strada devono fare le nostre mezzali per andare a coprire certe posizioni di campo. Bisogna sempre vedere se possiamo o non possiamo farlo. A me non è che non mi piace, ma io penso che in questo momento deve vedere se è funzionale, per i giocatori che ho a disposizione, giocare in un certo modo. Anche a me dispiace lasciare fuori in questo momento Cutrone per qualche partita, però deve vedere anche come mettere la squadra nel migliore dei modi e farla rendere al massimo.
Come stiamo messi a musi lunghi? Come gestire i tanti che stanno bene?
Penso che in questo momento è la componente più difficile da parte mia: la gestione, tirare al massimo, fare stare tutti sul pezzo. Ma è il mio mestiere. Bisogna contare fino a 10 e fargli capire determinate cose e non fare perdere l’entusiasmo a nessuno. Allenarli è facile, sicuramente è molto più difficile spiegare le situazioni ed essere credibili quando vedi i musi lunghi.
La possibile coppia Vialli-Mancini in Nazionale?
Bellissimo. Gianluca ha passato un momento non positivo e sicuramente ha dimostrato di essere per l’ennesima volta un combattente. E’ bello che possano dare ancora qualcosa a questo mondo, sono molto contento. Non so se sia ufficiale, ma lo spero. Loro hanno scritto pagine importanti, quando erano alla Sampdoria era uno spettacolo vedere i gemelli del gol. Quindi penso che per la Nazionale è un qualcosa di positivo.