Pagine Romaniste (Da Trigoria F.Biafora) – Alla vigilia della gara contro l’Atalanta, la prima di questo 2018 giallorosso, il tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole:
Inizia Di Francesco: “Prima che mi chiedete di Nainggolan ne parlo io così poi cominciamo a parlare della partita, che è più importante di quello che devo dire. Con la linea guida dettata sempre dalla società e pienamente condivisa da me e accettata da Radja Nainggolan, il giocatore non sarà convocato domani per la partita contro l’Atalanta. Questo si lega ad un modo di fare che deve essere continuativo per chiunque rappresenta la Roma che commetta un certo tipo di errore. Queste sono cose inaccettabili e non saranno più accettate. Chiunque sbaglierà, minimamente, pagherà nello stesso modo. Questa è la linea, poi i pensieri generali mi interessano relativamente, dico solo che Radja non sarà convocato”.
C’è tanto entusiasmo intorno all’Atalanta e invece la Roma viene da tre partite difficili. Quanto può incidere la differenza di stato d’animo?
Loro hanno fatto un’impresa vincendo a Napoli ma avevano perso in casa quella prima contro il Cagliari. Anche per loro è stata una battuta d’arresto in una partita che avevano dominato come spesso facciamo noi. Ora hanno ritrovato grandissimo entusiasmo con la vittoria contro il Napoli ed è forse la squadra peggiore che potevamo trovare in questo momento in cui facciamo fatica a fare gol e a portare a casa risultati positivi. Abbiamo un solo modo: compattarci ancora di più, essere ancora più determinati nel portare a casa tre punti, sapendo che davanti abbiamo una squadra che ha dato filo da torcere a tutte le grandi squadre e non. Ha grandissima fisicità, ha un ottimo allenatore e vive di grande entusiasmo. Ma perché questo entusiasmo non ce lo possiamo avere anche noi che abbiamo la possibilità di essere, con il recupero con la Sampdoria, a 6 punti dalla vetta e nello stesso tempo cercare di portare avanti il nostro cammino con la possibilità che anche le altre possono inciampare. È il nostro dovere ed è importantissimo affrontare questa partita per vincerla, sapendo che davanti abbiamo una squadra forte. Abbiamo bisogno del grandissimo sostegno della nostra gente, del nostro pubblico anche nei momenti come questo, anche se la Roma ne ha vissuti di peggiori.
Dal punto di vista del gioco, cosa può mettere in difficoltà la Roma?
Io direi che anche l’Atalanta può essere messa in difficoltà dal gioco della Roma con la capacità di aggredire e la voglia di andare dall’altra parte. La capacità sta nel cercare di portare più possibile la palla nel territorio avversario. Loro sono bravi ad aggredirti nella nostra metà campo ma è quello che noi abbiamo fatto spesso nelle ultime gare, magari cercando di giocare, come contro il Sassuolo che ha fatto poco possesso ma il primo pensiero che aveva era verticalizzare. Nel primo tempo qualche difficoltà ce l’ha creata ed è anche quella che ci potrebbe creare l’Atalanta. Dobbiamo giocare nello stesso modo, con la stessa mentalità e cercare ugualmente di portare più possibile la nostra aggressività nella loro metà campo.
Cosa è emerso in questi giorni per quanto riguarda il problema dell’attacco?
Il problema dell’attacco ce lo portiamo sempre dietro e dare risposte ogni giorno mi sembra a volte anche di andarmi ad attaccare a qualcosa che non c’è. Io qui ho i dati di tutto il campionato e per me sono importantissimi. Se una squadra non corre non ha il miglior possesso palla del campionato. Se una squadra non ha una buona condizione fisica non tira come il Napoli con una partita in meno, non ha la miglior difesa del campionato, non ha il presidio nella metà campo avversaria per così tanto tempo. Siamo veramente carenti nei gol segnati, siamo 7° in classifica e questo è il dato più preoccupante di questo momento. Noi dobbiamo solo cercare di buttarla dentro, in questo periodo della stagione dove abbiamo creato veramente tanto, abbiamo creato situazioni di vantaggio importanti e non siamo stati per niente bravi nel finalizzare. Questo è un dato di fatto perché se tiri in porta come il Napoli ma loro hanno fatto molti più gol, sicuramente dei problemini ci sono e vanno migliorati. Il campo darà la risposta giusta e mi auguro già da domani.
All’inizio la mentalità della Roma piaceva a tutti, ora Monchi parla di mentalità vincente da trovare. Cosa è cambiato?
Condivido la mentalità del direttore pienamente. La mentalità però non si costruisce solo nei momenti positivi ma si acquisisce anche nei momenti negativi, che sono questi. È il periodo peggiore da quando io sono alla Roma per quanto riguarda i risultati. Attraverso questo dobbiamo avere ancora più forza. Dire che si è mollato qualcosina dal punto di vista emotivo può essere, ma a volte è anche inconscio. Io, la società e il direttore dobbiamo essere bravi a riportare l’attenzione e l’applicazione che avevamo in precedenza. Manchiamo in alcuni particolari dove prima non sbagliavamo. Il filo è sempre sottile tra partita vinta e persa. Paradossalmente con il Sassuolo nel secondo tempo, dove abbiamo concesso poco o nulla agli avversari, abbiamo subito l’1-1 quando avevamo avuto delle occasioni per chiudere la gara e magari oggi parleremmo in maniera differente. In questo momento dobbiamo essere incudine. Silenzio, lavoriamo e portiamo a casa i tre punti.
De Rossi sarà convocato?
De Rossi non sarà convocato perché ha provato a rientrare con la squadra ma si è riacutizzato un problemino muscolare che aveva avuto in settimana.
La Roma ha incassato 0 gol da fuori area ma sta subendo diversi gol su cross, è un dato casuale?
In Serie A i gol sono segnati negli ultimi metri in grandissima percentuale. C’è stato qualche posizionamento sbagliato, ma anche tanti fatti bene. L’idea e il pensiero sui gol che abbiamo preso era andare a fare una buona presa di posizione sul gol di Missiroli ma il mezzo metro ha fatto la differenza. Sui calci piazzati abbiamo provato l’uomo, nell’ultima partita abbiamo fatto la zona, per far capire ai ragazzi che la differenza non sta nell’uomo e nella zona ma sta nell’attenzione che ci si mette quando si vanno a fare determinate marcature. I gol più brutti li abbiamo presi sia col Torino che con la Juve e mi auguro che non accadano più col lavoro che abbiamo fatto. Se uno stacca un metro più in alto degli altri è stato bravo e gli facciamo i complimenti ma non è quello che è accaduto negli ultimi gol presi dove è stata più una nostra disattenzione, determinati particolari o piccolezze possono fare la differenza.
Dopo 6 mesi di lavoro Strootman è quello che non ha reso al meglio, come analizza il suo momento?
Secondo me più se ne parla e peggio può essere. E’ un giocatore di un carisma, una forza tale e una capacità di uscire dalle difficoltà da grande professionista. Mi auguro che sia resiliente perché ha dimostrato di essere un grandissimo professionista, si allena sempre ad altissimo livello e vi inviterei a guardare i dati fisici. Dal punto di vista fisico fa sempre una prestazione di grandissimo livello. Tutti quanti ci aspettiamo qualche gol e assist in più. Ma sono convinto che con dedizione e lavoro riuscirà a fare gol e assist. Non ci riuscirà da solo, ma insieme ai suoi compagni.
Quanto conta la figura di Totti in questi momenti visto che fino allo scorso anno era nello spogliatoio?
Francesco è fondamentale, anche se voi ne sapete più di me di quanto successo. Francesco era col direttore perché rappresenta questa società ma sopratutto ha grandissima conoscenza dei calciatori, conosce benissimo le dinamiche che ci sono all’interno dello spogliatoio e ci può aiutare. Per noi un grandissimo vantaggio averlo, magari sono ripetitivo ma non lo dico tanto per dire. Sta facendo un percorso importante da dirigente. Non è solo lui che ci sta dando qualcosa di importante ma anche noi stiamo dando qualcosa di importante a lui per quella che sarà la sua futura carriera.
Perché aspettare così tanti giorni per comunicare la decisione di Nainggolan?
Do le decisioni quando vengo in conferenza, non chiamo nessuno, io vengo in conferenza e lo dico. Ci vuole ponderatezza, capire perché determinate situazioni accadono, è una situazione anomala. L’importante è aver fatto una scelta, non è importante puntualizzare quando è stata fatta. Io potrei averla fatta il primo gennaio, non lo potete sapere e nemmeno ve lo dico. Oggi l’ho comunicata, perché le scelte si fanno insieme. Io sto lavorando insieme ad un gruppo che sta cercando di dare una mentalità vincente che mi auguro sia vincente, anche nei comportamenti e nel modo di porsi.
Nella Roma dello scudetto c’erano molti giocatori esuberanti. Che ne dici? Situazioni simili come le hai gestite?
Situazioni simili non mi erano mai accadute, lo ribadisco. Il social che piace tanto, anche giustamente perché ti fa avere notizie immediate e ti fa stare in contatto con i propri beniamini, deve essere di esempio. Radja sa di aver fatto qualcosa, è inutile stare a parlare di qualcosa che è già stato fatto. Un conto è se le immagini ti vengono rubate, ma farsele da solo è ancora un qualcosadi peggio. Ognuno si sta prendendo le sue responsabilità, e se l’è prese come è giusto che sia. Quello che accadeva una volta mi interessa relativamente, il calcio attuale è un altro calcio e il modo di pensare è diverso. Da calciatore si pensa in un modo, da allenatore in un altro.
Come sta vivendo Schick questo momento difficile? Giocherà dal primo minuto domani?
Sicuramente non giocherà in coppia con Dzeko, giocherà o l’uno o l’altro. E’ un giocatore a cui abbiamo dato tutti quanti troppo peso per poterlo inserire, mi ci metto anche io dentro. Mi è stato chiesto di Schick quotidianamente anche due mesi fa quando non giocava. Bisogna farlo crescere e maturare dal punto di vista mentale e psicologico, deve capire dove è arrivato, è il passaggio più importante che dobbiamo fargli fare e va fatto gradualmente e con intelligenza da parte nostra perché è un patrimonio del calcio, ha grandissimi mezzi e lo ridico dopo una prestazione negativa contro il Sassuolo. Al di là del ruolo, credo che un giocatore possa stoppare bene la palla in qualsiasi ruolo, ma ha sbagliato cose semplici, si vede che è stato in difficoltà nel superare certe situazioni. Deve essere umile nel lavorare e dimostrare di essere il giocatore che era nella Sampdoria, dove ha giocato a fasi alterne e dove spesso è entrato e non ha giocato da titolare. Sul giocatore ci puntiamo eccome.
Cosa si aspetta nel 2018 dai giocatori arrivati in estate? Gonalons giocherà di più?
Non posso dirti come verrà utilizzato. Domani sarà della partita. Come tanti altri calciatori hanno giocato quello che dovevano giocare. Spesso quando si arriva in un ambiente e in una squadra importante come la Roma c’è un periodo di adattamento. In alcuni casi per poter vedere ed analizzare ho forzato un po’ le cose. In alcuni casi mi è andata bene, in altri male. Vedere il calciatore il giovedì in allenamento oppure in campo nella partita è diverso. Mi auguro di poterli utilizzare ancora di più, ma credo che siano stati utilizzati il giusto fino ad adesso.
La Roma deve fare un cambio di mentalità a partire dalle coppe?
Non siamo usciti in Champions, siamo agli ottavi, credo che abbiamo fatto qualcosa di importante. Il problema non è tanto uscire o non uscire, ma è non accontentarsi. Non ci dobbiamo accontentare e non dobbiamo massacrare tutti. Non dobbiamo buttare all’aria tutto ciò che di buono abbiamo fatto fino a questo momento. Ci sono degli errori e vanno migliorati, però il passaggio è quello che dici tu, bisogna dare il massimo e cercare di non tralasciare nulla. Il tutto parte da comportamenti e situazioni anche fuori dal campo, già da lì si preparano le partite. I match li prepari durante la settimana, in quello che fai a casa, in ciò che è il tuo vissuto. E’ determinante per diventare una squadra vera e che ambisce. Per arrivare alle prestazioni vere ed importanti bisogna capire che tutto nasce dal non trascurare nessun dettaglio.