“Finalmente la Soprintendenza di Roma si è svegliata e dopo mesi e mesi di polemiche delle associazioni per la tutela, della società civile e di motivata opposizione dell’allora assessore capitolino Urbanistica Paolo Berdini (poi per questa e per altre nobili ragioni giustamente dimissionario). Le tribune dell’ex Ippodromo di Tor di Valle sono vincolate e non sono possibili quindi edifici più alti delle medesime. Era ora! La Roma più civile e attenta ai valori urbanistici, ambientali e architettonici della città si sarebbe risparmiata mesi e mesi di denunce allarmate e alla sindaca Virginia Raggi e a quanto resta della sua Giunta sarebbe stata evitata la brutta figura di “contrattare” urbanisticamente, in cambio del “sì”, una modesta diminuzione delle insensate cubature previste come debordante contorno cementizio per quel 14 % rappresentato dallo Stadio di Pallotta&Parnasi. Questo a riprova che le Soprintendenze, tanto detestate da Matteo Renzi e tanto depotenziate dal ministro Franceschini conservano un ruolo fondamentale. Perché esso non venga esercitato, come stavolta, tardivamente, occorra che esse vengano riportate alla antica autorevolezza e ad una reale tempestività, a vantaggio degli interessi generali e della città di Roma. L’intervento dell’organo di controllo statale deve chiudere, a nostro avviso, la partita di “questo” progetto di Stadio nato su basi speculative in una zona sbagliata dal punto di vista idrogeologico, urbanistico e trasportistico. Male aveva fatto la Giunta Marino ad avallarne il carattere di “pubblica utilità”. Peggio la Giunta Raggi – con la sola coraggiosa e argomentata opposizione dell’ex assessore e urbanista, Paolo Berdini – a inaugurare una vera e propria trattativa coi privati, L’urbanistica contrattata ha già procurato danni enormi a Roma e nel Paese. Bisognava e bisogna “voltare pagina”. Lo scrivono, per il Comitato per la Bellezza Vittorio Emiliani, Vezio De Lucia e Gaia Pallottino.
Ansa