Il caso Chievo ha sollevato il velo di Maya sulla prassi più diffusa del mercato della Serie A: la ricerca della plusvalenza. Da qualche anno la moda è quella di valorizzare i ragazzi delle giovanili. Che non hanno costi residui da ammortizzare e garantiscono quindi plusvalenze piene dalla loro vendita, vedi l’Inter. «Non si può sindacare sull’operazione tra due privati, e poi potrei portare decine di casi di giocatori pagati 5-6 milioni e rivenduti a 30-40», spiega al quotidiano Repubblica Preziosi. «Va ripensato il sistema calcio, dovrei poter mettere a bilancio un calciatore come prestazione, non come costo» . E infatti il problema sono gli ammortamenti: più crescono i costi, più i club hanno bisogno di fare plusvalenze. Un cane che si morde la coda. Finché durerà.