La Gazzetta dello Sport (V.Piccioni) – Da Totti a Totti: domenica il capitano dovrebbe giocare l’ultima volta in campionato, a 24 anni e due mesi di distanza dalla prima (Brescia-Roma, 28 marzo 1993). E se è vero che la storia di Roma si misura con i secoli e i millenni, quello da Totti a Totti è comunque un viaggio decisamente lungo. In questo spazio di tempo abbiamo avuto quattro diversi inquilini al Quirinale (Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella), sei in Campidoglio (Carraro, Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, Raggi, commissari a parte), tre in Vaticano (Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio) e tre al palazzo H del Coni (Pescante, Petrucci, Malagò, reggenti a parte). Da Totti a Totti, Roma ha vinto uno scudetto nel rugby, uno nella pallavolo, uno nella pallanuoto. Due nel calcio. Neanche uno nel basket, nonostante il tifo di Francesco fra l’Eur e viale Tiziano. Ha organizzato due mondiali di nuoto, nel 1994 e nel 2009, ha ospitato due finali di Champions, ha aperto una nuova linea di metropolitana (la C), ha provato per tre volte a vincere la corsa per organizzare le Olimpiadi senza riuscirci (per il 2004, battuta in finale da Atene; per il 2020, il premier Monti ha detto no prima di cominciare; per il 2024, la sindaca Raggi ha stoppato la corsa).
LA PAURA – Il primo anno di Totti in serie A è il 1993. Per chi non c’era (o non se lo ricorda), basta qualche minuto di fiction per capire che si tratta di un anno drammatico. La mafia fa scoppiare una bomba sulla strada che percorre abitualmente Maurizio Costanzo, che più tardi diventerà grande amico del capitano della Roma, poi si ripete vicino a casa di Francesco, alla basilica di San Giovanni in Laterano: per fortuna in entrambi i casi non ci sono vittime. E per fortuna fallisce anche un attentato allo stadio Olimpico. Dalle parti di piazza Navona, all’hotel Raphael, una folla scatenata lancia una valanga di monetine a Bettino Craxi: una delle scene simbolo della stagione di Mani Pulite.
RUTELLI-FINI – Intanto, la corsa per eleggere il sindaco si «sportivizza»: qualificazioni (il primo turno) e finalissima a due (il ballottaggio). A Roma, si gareggia in autunno con uno strano derby visto che sono tutti e due laziali: Rutelli batte Fini. Nel frattempo un certo Silvio Berlusconi prepara la discesa in campo con una frase: «Votassi a Roma, sceglierei Fini». Agli Internazionali d’Italia di tennis, vincono Jim Courier e Conchita Martinez: il Foro Italico non ha ancora il Centrale da 10mila posti e passa di oggi, e pensa con nostalgia a Panatta e al suo successo di 17 anni prima (oggi sono 41, ma l’ultimo trionfo maschile italiano nel singolare è ancora quello di Adriano).
CARO DIARIO – Il 1993 è anche l’anno di «Caro diario», con Nanni Moretti in sella alla vespa che viaggia verso il luogo dove Pasolini fu ammazzato a Ostia, quando Totti non era ancora nato. Moretti che oggi ha aperto il suo Nuovo Sacher a un altro film e a un’altra Roma, la Roma delle mamme che si svegliano alle quattro e mezza per attraversare una città infinita e spremersi in una giornata di lavoro che non finisce mai, la Roma di «Sole cuore amore», lo struggente film di Daniele Vicari in questi giorni nelle sale.
QUANTE COSE – 24 anni. Tanti. Da Totti a Totti. Da Roma a Roma. Da Tangentopoli a Mafia Capitale. Ma in mezzo anche il Giubileo dei record di turisti del 2000, un anno prima dell’apoteosi dello scudetto giallorosso. E poi notti bianche, feste e casa del cinema, il debitovoragine del Comune e quello dell’Atac, Tor di Valle dai trionfi di Varenne al progetto del nuovo stadio. Certe fermate di autobus dove il grande fratello whatsapp si sta rubando inesorabilmente tutti i nostri sguardi. Pronti, però, almeno per un attimo, a distrarsi per un ragazzino che passa con il numero 10 addosso.