La Repubblica (M. Juric) – Meno due alla sfida più importante della carriera di De Rossi. Perché se da un lato il cammino romanista con il nuovo allenatore racconta la quasi perfezione di una squadra vincente, convinta e rivitalizzata dalle sapienti mani dell’ex capitano. Dall’altra, quando si entra nel mese di marzo, ogni partita è come una finale. E l’andata degli ottavi di finale di Europa League contro il Brighton di De Zerbi suona come l’ennesimo esame da superare.
La sfida con l’amico De Zerbi accende le ambizioni dell’allenatore giallorosso che non vede l’ora di scontrarsi con uno dei colleghi più stimati: “Per me è un genio. Ha portato qualcosa di nuovo nel calcio e chi lo fa è un allenatore geniale”. Ma Roma-Brighton sarà anche il primo atto di una rincorsa fino alla finale di Dublino che in tanti dentro lo spogliatoio si sono promessi dal 31 maggio dello scorso anno. Un senso di rivincita verso quel trofeo scippato a Budapest che è rimasto nonostante il cambio di allenatore.