L’ Amministratore delegato della Roma, Claudio Fenucci, ha parlato ai microfoni di Roma Channel. Ecco le parole del dirigente, rilasciate al microfono di Alessandro Spartà: “La partita di domenica per me avrà sicuramente un significato particolare, a Lecce è cominciata la mia carriera dove ho lavorato per 15 anni con grandi soddisfazioni, cominciando dalla serie C fino ad arrivare in A, abbiamo vinto insieme due titoli Primavera, due Coppe Italia Primavera, e due Supercoppe“.
Che emozioni pensa che proverà domenica al momento del fishio d’inizio?
“Proverò delle sensazioni sicuramente particolare, già andando negli spogliatoi, ritroverò tanti ragazzi che hanno lavorato con me, un’emozione unica. Ma la vita continua, ora sono a Roma lavoro per questa dirigenza, abbiamo un progetto ambizioso legato anche alla città che poi è la mia città“.
Il lavoro svolto nella società salentina, non è poi così differente da quello di Roma
“Era una realtà piccola, ma le funzioni svolte erano le stesse. Una struttura organizzativa efficente, un’ attività di marketing sviluppata per le sue dimensioni. E’ normale che qui ti devi approcciare con una realtà più grande, una struttura che rende i processi più lunghi, ma sostanzialmente le attività che si fanno sono le stesse, anche se è normale con abbiettivi differenti“.
Qui a Roma c’è una particolare attenzione nei confronti dei tifosi, molto simile per certi aspetti a quello che accade a Lecce
“Credo che il calcio italiano, abbia portato i tifosi a disaffezionarsi nei suoi confronti, basti vedere gli stadi, anche per colpa delle tv e dei format, secondo me, non controllati adeguatamente dalla Lega. A Lecce portare i tifosi allo stadio era una nostra prerogativa, sopratutto le famiglie. E questo vogliamo farlo anche a Roma, stiamo portando avanti iniziative importanti, per esempio il settore famiglie dove i calciatori arrivano a firmare autografi. Promuoveremo attività di intrattenimento, per prolungare la permanenza al foro italico, e sotto il profilo della gevolazioni abbiamo intrapreso il percorso del carnet virtuale di biglietteria. sEcondo me tutto quello che si può fare per portare di nuovo la gente allo stadio va fatto, è nostra intenzione creare un forte legame tra club e tifoseria“.
Quindi ai tifosi sembra riservato un posto importante nel lavoro della nuova società
“I tifosi sono il centro del progetto. Il nuovo stadio nasce si per un fattore economico, ma sopratutto per creare una casa al club, e per creare un rapporto speciale tra noi e il tifoso. Oggi il club viene visto ancora in maniera distante, ma deve diventare fortemente rappresentativo dei tifosi“.
Il Salento fa parte anche della sua vita privata
“E’ un posto stupendo dove ho costruito la mia famiglia, e loro vivono ancora a Lecce. Sono legato a quelle terre e lo sarò sempre“.
La sua famiglia la segue molto in tv
“Si, sopratutto mia figlia più grande, anche perchè non mi vede molto spesso, la piccola invece ormai è una romanista doc, già canta l’inno della Roma“.
Nel calcio ci sono troppi introiti dai diritti tv e troppo pochi dagli altri settori? Servono agevolazioni importanti per costruire nuovi stadi?
“Sono argomenti vecchi questi, ne parliamo da anni ma non riusciamo a trovare un momento per ridiscutere della politica sportiva, e risolvere queste problematiche. La Lega calcio, al livello economico è la peggiore tra le 5 sviluppate. Oggi questa situazione non è più sostenibile, urge un riequilibrio economico, da raggiungere con l’abbassamento dei costi, ma anche con la crescita dei rivali. Per questo si parla di scarsa rilevanza del marketing: ad esempio da tempo chiediamo una legge per combattere la contraffazione dei marchi. Questo per me è anche un problema culturale e per questo chiedo ai tifosi di acquistare i marchi ufficiali: i ricavi ottenuti con la vendita del materiale vengono reinvestiti e se mancano si crea un danno alla società. Per non parlare degli stadi, quelli italiani sono impresentabili, i più vecchi d’ Europa, anche qui occorre una nuova politica che vado verso gli interessi dei tifosi di adesso e non di quelli di 50anni fa”.
Perchè secondo lei il calcio italiano è in questa situazione di stallo?
“Perchè le tv hanno preso il sopravvento, permettendo ai grandi club di avere maggiori risorse immediatamente spendibili per raggiungere risultati sportivi e migliorare il proprio brand, creando un ciclo virtuoso. La differenza tra i grandi club, i medio-grandi e i piccoli, è molto marcata. LA roma oggi dispone la metà delle risorse di Milan, Juve, Inter, hanno costruito un brand forte che gli consente di attirare sponsorizzazioni. I loro successi sono stati ottenuti disponendo risorse diverse dagli altri“.
Perchè in Germania invece si ha avuto un grande incremento dei ricavi?: “Tutto è riconducibile alla programmazione effettuata negli anni passati, alla disponibilità di organizzare i mondiali. La Germania è il paese più ricco e sviluppato d’Europa al livello economico, e questo ha portato a un calcio più equilibrato, dotato di strutture all’avanguardia con i ricavi divisi in maniera più equa. Non si sono curati dei risultati che non arrivavano, questo anche grazie all’ approccio delle tifoserie, ed hanno investito nelle strutture. Ora la Germania gode del primato di paese con la media più alta per quanto riguarda le presenze“.
L’inghilterra nonostante l’indebbitamento dei grandi club rimane il campionato più ricco. Secondo lei il manchester city è un cattivo esempio da seguire?
“Per molti anni il calcio in Inghilterra ha registrato risultati economici molto interessanti. Oggi anche loro conoscono il fenomeno dei mecenati e questo sta progressivamente facendo peggiorare i conti. Ma non sempre i debiti nascono da una scarsa capacità gestionale. Per quanto riguarda il fair play finanziario, siamo convinti che il sistema calcistico abbia bisogno regole per consentire a tutti una competizione più equa. Non so se le regole UEFA per il fair play siano le più eque, potrebbero rendere difficile, per molti di quelli che vogliono crescere, portare avanti gli investimenti necessari. Si potevano trovare altri sistemi per creare un sistema di regole certo, credo che quello che sta seguendo l’UEFA non sia l più appropriato. Si può anche crescere investendo sui diritti dei calciatori per favorire il brand e nuovi ricavi“.
Così lo sfoltimento della rosa diventa necessario, questo riguarda anche la Roma?
“Secondo me vanno cambiate alcune cose, come la ristrutturazione dei campionati, ridurre il numero delle squadre e aprire maggiori spazi a competizioni europee diverse. Al di là di questo credo sia necessario, per tenere sotto controllo i costi aziendali, ridurre il numero dei calciatori e utilizzando i giovani in misura maggiore, soprattutto quelli del vivaio. su questo noi stiamo lavorando, vorremmo arrivare a 17-20 giocatori pronti a cui aggiungere i giovani, da utilizzare al momento del bisogno. E per avere giovani pronti siamo favorevoli, a unprogetto che preveda la partecipazione di squade B nei campionati minori“.
Nell’ultimo periodo si è parlato tantissimo di Daniele De Rossi, come stanno le cose?
“Credo che ne noi ne Daniele dovremmo parlare così spesso. Ma si sà il mondo mediatico ti pressa, sopratutto quando si parla di un argomento così importante. e dove noi vorremmo lavorare tranquillamente. Alla fine ci troviamo a dare smepre le stesse risposte, giorno per giorno in realtà non ci sono novità, ma siamo tutti continuamente pressati e sollecitati a dare delle risposte“.
Si parla tanto dlel’infortunio di Nicolas Burdisso, pensa che questa grave perdita vi farà tornare sul mercato?
“Prima di tutto voglio dire che mi dispiace tantissimo per Nicolas, è una persona straordinaria e noi tutti dalla dirigenza allo staff tecnico aspettiamo il suo ritorno. Sia in campo che nellospogliatoio è unico importantissimo per noi. Per quanto riguarda il mercato di gennaio, credo che le valutazioni vadano fatte in maniera più generale, innanzitutto cercheremo di trovare spazio per i giocatori che fino adesso sono stati utilizzati poco, e dopo queste prime operazioni valuteremo se sia il caso di completare in qualche modo l’organico“.
Di Benedetto è sempre molto impegnato, dimostra una grande energia e una grande voglia. Cosa l’ha colpito di più del nuovo presidente?
“La grande umanità. L’ho conosciuto da poco, ma ha una professionalità e una moralità che vanno sicuramente seguite, oltre naturalmente a un grande entusiasmo. SIamo tutti felice di lavorare con lui, e con azionisti che hanno a cuore questo progetto e che hanno la volontà di investire per rendere la Roma uno dei più grandi club del mondo“.
Tornando alla partita di domenica, se la sente di fare un pronostico?
“No, mai fatti pronostici in 15 anni. Trovare il Lecce da avversario non è bello e non sarà facile, ma noi vogliamo comunque vincere. Sperando che i miei amici salentini trovino i punti salvezza da un’altra e che gli auguro di trovare con tutto il cuore“.