Il Messaggero (A. Angeloni) – Il bel gioco, il coraggio. Il cuore, la classe. L’Olimpico è in estasi davanti alla Roma, formato De Rossi, che si è guadagnato il rinnovo e un altro pezzo di storia con questo club. Il suo. La Roma dà tre gol al Milan, in scioltezza, subendone uno nel finale, quando tutto era deciso: dopo il successo dell’andata, arriva il bis, in uno stadio colorato di giallorosso e colmo d’amore, che ha spinto dall’inizio. E’ la notte di Mancini, ancora lui: è la notte di Dybala, che firma la rete della gloria. E il Milan, forse, finisce proprio lì.
La Roma brilla, è bella e operaia. Ora sa fare tutto e prima del 16 gennaio, quando Daniele ha accettato questa affascinante sfida, sembrava non sapesse combinare nulla, affogando nel suo piattume, troppo convinta di non essere all’altezza. Possibile? Possibile. I calciatori si sono trasformati in supereroi, risorti. Mancini segna e annulla Giroud, Leao appare un pulcino, mai continuo, anche se meglio dell’andata, Smalling è rinato, come Spinazzola. Per non parlare di Pellegrini, oggi trascinatore appassionato. E capitano vero, degno di questa maglia, che pure lui ama come il suo allenatore. La Roma vince ancora e si tuffa in semifinale di Europa League, la terza di fila, la quinta in sei anni. De Rossi dà un’altra lezione al suo più navigato collega Pioli. In semifinale se la vedrà con il Leverkusen. Come l’anno scorso, anche se la forza dei tedeschi è maggiore rispetto a un anno fa. Ma questa Roma non avrà paura.