“Siamo di fronte a persone e professionisti verso cui va tutta la stima incondizionata della società e la piena fiducia nel loro operato. Essere indagati non vuol dire essere colpevoli, a volte non si va nemmeno a giudizio”. Così il dg dell’Atalanta Pierpaolo Marino, intervenuto in conferenza stampa, ha parlato dell’inchiesta di Cremona che vede indagati l’allenatore Stefano Colantuono e il ds Gabriele Zamagna.
“Mi piace evidenziare che non è che non abbiamo cose da dire – ha proseguito il dirigente nerazzurro – ma rispettiamo la volontà dei loro legali, che hanno consigliato di restare in silenzio in questa fase. Comunque protestano la loro estraneità ai fatti e sono sbalorditi di quanto sta accadendo attorno”. Marino ha poi provato a descrivere lo stato d’animo di Colantuono e Zamagna. “Sono fiduciosi nel lavoro della magistratura e sono pronti a dimostrare la loro estraneità. Colantuono, appena riceverà comunicazioni e avrà esaminato le carte, è pronto a correre a Cremona per gridare la sua totale estraneità”. Marino ha chiesto cautela. “La società e il sottoscritto, a livello personale – ha detto – sono assolutamente solidali con loro. Siamo convinti che si tratti di un colossale equivoco. Naturalmente ci atterremo a quanto la giustizia dimostrerà, ma ad oggi confermiamo piena fiducia in Colantuono e Zamagni. Non metteteli nel tritacarne perché non è giusto fin quando non ci saranno fatti ed eventuali condanne”.
Il dg ha poi sottolineato che “Colantuono è molto toccato dal punto di vista umano. A nessuno piace vedersi sbattuto in prima pagina come un delinquente. Però so che ha gli attributi per combattere la sua battaglia legale e al tempo stesso non lesinare nulla sul campo. Gli staremo tutti vicini”. Secondo Marino, “l’Atalanta ha invertito la rotta su questa problematica. Siamo sempre comunque nel campo della responsabilità oggettiva, che non regge più. Non condivido le preoccupazioni, abbiamo fatto di tutto per dimostrare che l’Atalanta ora mette in atto modelli virtuosi che servono a evitare, monitorare e denunciare la minima irregolarità. Siamo convinti che questa vicenda non porti ulteriori danni a una società che ha pagato più di tutti per comportamenti infedeli di alcuni tesserati”.