I legali della famiglia di Ciro Esposito: “Ora vogliamo nomi e ruoli dei complici”

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(ilmessaggero.it) – Tracce univoche e compatibili con polvere da sparo sono state trovate nei guanti che Daniele De Santis portava quando il 3 maggio scorso sparò contro il tifoso napoletano Ciro Esposito morto il 25 giugno scorso. La rissa avvenne il giorno dell’incontro di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina nella zona di Tor di Quinto.

Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legale della famiglia Esposito, informano in un comunicato:«Oltre a De Santis, che avevamo già individuato dal primo momento, abbiamo tutti il diritto di conoscere il motivo e lo scopo dell’agguato dalle caratteristiche terroristiche al Pullman e soprattutto i nomi e ruoli dei complici del De Sanctis che non era solo».

I legali continuano: «Importanti e fondamentali conferme della nostra linea difensiva sulla dinamica (in gran parte già nota e subito evidenziata dalle indagini difensive ) del ferimento e della successiva morte di Ciro Esposito emergono dalla lettura degli esiti dell’incidente probatorio depositati nella cancelleria del Giudice Ebner».

«La lettura delle conclusioni dei periti consente di mettere una serie di punti fermi in questa tristissima vicenda: in primo luogo viene confermata la circostanza che Ciro intervenne su esplicita richiesta dei tifosi intrappolati nell’autobus in loro aiuto mentre stavano subendo un’ aggressione violenta da parte del De Santis e viene inoltre chiarito definitivamente che è la sua la mano che impugnava la pistola e che ha sparato uccidendo il povero Ciro».

«Nella perizia biologica – evidenziano ancora i difensori della famiglia Esposito – è scritto che dalle tracce biologiche miste costituite da sangue ed altro materiale biologico, evidenziato sulle guanciole della pistola, sulla superficie posteriore zigrinata dell’impugnatura, sulla superficie zigrinata sinistra della culatta otturatore, sul grilletto e sul caricatore, sono stati estrapolati profili genetici multiallelici, riferibili a più soggetti, in cui appaiono nettamente maggioritari, e quindi chiaramente individuabili, i segnali allelici dell’indagato De Santis».

«Tali conclusioni, consentono inoltre di escludere ab origine ogni possibilità di sostenere che il De Santis agì per legittima difesa, dal momento che lo stesso aggredendo violentemente i passeggeri del Pulmann in presenza di numerosissimi avventori diretti verso lo stadio non poteva non prevedere di doverne fronteggiare la reazione, affrontabile solo con la lesione dell’altrui incolumità».

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