L’inchiesta è (quasi) chiusa: il 25 giugno il superprocuratore Stefano Palazzi deferirà Claudio Lotito. Tutto nasce, ovviamente, dall’audio della telefonata fra Pino Iodice, ds dell’Ischia, e Lotito, patron della Salernitana (e della Lazio). Audio che fu pubblicato lo scorso febbraio da Repubblica e che ha scatenato inchieste a Napoli come a Roma. La Procura della Repubblica di Napoli ha ipotizzato nei confronti di Lotito l’ipotesi di tentata estorsione: in pratica, secondo il quadro accusatorio, avrebbe cercato di convincere alcune società di Lega Pro a votare il bilancio, e sostenere quindi il presidente Mario Macalli, suo amico e anche vicepresidente Figc. Lotito si sarebbe servito di pressioni, minacce, promesse di contributi e di aiuti vari (ad esempio nei ripescaggi): gli inquirenti vogliono vedere chiaro anche sulle vere funzioni della Fondazione, quella che in un’inchiesta di Repubblica venne definita il “bancomat del calcio“.
Come hanno interrogato i pm di Napoli, così ha fatto il procuratore Palazzi insieme al suo staff di fiducia. Pare che a Roma siano state sentite almeno una quindicina di società di Lega Pro sulle “pressioni” ricevute da parte di Lotito: fra queste Savoia, Reggina (Foti sta con Lotito e Macalli), Albinoleffe, Grosseto (il presidente Camilli), Pavia, Teramo (Campitelli, indagato a Catanzaro per il calcioscommesse), Ischia e probabilmente anche Melfi. Il Gubbio, con il presidente Notari e il suo braccio destro Pannacci, intanto ha incontrato Lotito nei giorni scorsi ed è passato dalla sua parte (come scrive il Giornale dell’Umbria del 9 giugno): in cambio ha chiesto aiuto per il ripescaggio e tre rinforzi. Ora Palazzi è quasi pronto: 80 giorni di indagine e una proproga di 40, chiesta e ottenuta dalla superprocura del Coni.
I termini scadono il 16 giugno, martedì prossimo e Palazzi deve comunicare al generale Cataldi (i rapporti fra i due si sono fatti, finalmente, più collaborativi) l’esito delle sue indagini: archiviazione oppure deferimento. Alla luce di quello che sta venendo fuori (anche) a Napoli, è certo ormai il deferimento. La data del 16 significa la chiusura delle indagini, come detto, ma di certo Cataldi non farà pressioni su Palazzi per qualche giorno in più: anche perché il superprocuratore Figc la prossima settimana incontrerà i pm di Napoli, che conosce bene (e stima) essendo anche lui napoletano. Conoscenza e stima che sono ricambiate dai pm. Poi, Palazzi scriverà le sue conclusioni e si andrà a processo in estate con i vari gradi di giudizio. Lotito ha già accumulato 8 mesi e 15 giorni di condanne (sportive) passate in giudicato, oppure-secondo altre versioni-sarebbe arrivato già a 9 mesi e 11 giorni. In caso di una ulteriore condanna (sempre definitiva) superiore ad un anno, decadrebbe quindi da qualsiasi carica in Figc (come consigliere federale). Malagò vorrebbe che appena condannato si dimettesse: si vede che non conosce Lotito, non lo farebbe mai. Andrebbe sino all’ultimissimo grado di giudizio. Ci sono anche le frasi, non certo sportive, di Lotito sul timore che Carpi e Frosinone finissero in serie A, facendo così crollare il valore dei diritti tv: Carpi e Frosinone sono state promosse, per la prima volta, e chissà-consentiteci una battuta- se questo significa che Lotito conta meno di quello che vuole fare credere.
Repubblica.it – F. Bianchi