La Gazzetta dello Sport (M.Iaria) – Se le danno di santa ragione, come pugili sul ring. Poi, però, prevale la realpolitik, che in questo caso significa: spartiamoci il mercato cercando di stare in piedi tutte e due. Sky e Mediaset l’hanno fatto per la Serie A, a giugno, con l’accordo la notte prima dell’assegnazione dei diritti domestici che ha scongiurato derive giudiziarie. E starebbero per replicarlo per la Champions. Il periodo di riferimento è lo stesso, il triennio 2015-18 giocato all’insegna del rialzo delle offerte perché il valore dei diritti tv non pare conoscere arretramenti. I rapporti di forza, però, sono diversi.
EVOLUZIONE Mediaset si era assicurata tutta la Champions facendo saltare il banco e stupendo la stessa Sky: 690 milioni di euro in tre stagioni con un incremento del 44% rispetto al ciclo precedente. Sky aveva risposto tentando di mettere le mani sull’intero campionato, con le offerte più alte sia per il satellite sia per il digitale terrestre. Poi la diatriba con la Lega, che sventolava il rischio di posizione dominante, e la chiusura all’insegna del compromesso storico: a Sky un pezzo della A in esclusiva (132 partite esclusi i big match) attraverso la sublicenza dei diritti assegnati a Mediaset che però non si è ancora materializzata, tanto da richiedere un incontro chiarificatore con Lega e Infront, in programma il 26.
SCENARI La partita della Serie A si è inserita in un contesto più ampio, e ancor più difficile da decifrare. È da tempo che Sky e Mediaset, al di là delle schermaglie, si studiano e studiano una via d’uscita al muro contro muro. A più riprese emergono voci di una fusione tra l’emittente satellitare e l’azienda Premium di Berlusconi: Sky che compra Mediaset, ma anche Mediaset che compra Sky. Scenari sconvolgenti e di difficile realizzazione. Più probabile, invece, la terza via: un accordo sulla distribuzione della Champions 2015-18. È vero che da ambienti Mediaset le smentite sono categoriche e viene riposta la speranza sui potenziali 800mila clienti Sky che potrebbero migrare sull’offerta a pagamento del digitale terrestre. Ma trova conferme la pista dell’accordo.
MODALITÀ Sembra proprio che il prossimo anno gli appassionati possano gustarsi la Champions sia su Sky sia su Mediaset. Come? Teoricamente anche l’Uefa ammette la sublicenza dei diritti, ma la soluzione che si prefigura sarebbe un’altra: un canale unico, concepito ad hoc da Mediaset per le partite della coppa europea più prestigiosa, che verrebbe affittato a Sky. Un po’ come avviene con Fox Sports che realizza le dirette di Premier e Liga e consegna il prodotto chiavi in mano alle due piattaforme distributive. Così Mediaset rientrerebbe in parte dall’investimento dei 690 milioni, che secondo alcuni osservatori sono insostenibili per un’azienda da 600 milioni di ricavi, e Sky non metterebbe a rischio la sua quota di 4,7 milioni di abbonati, già calata negli ultimi anni.
Questo il comunicato rilasciato da Mediaset:
“In relazione a indiscrezioni e ambiguità di stampa sul tema diritti tv “Champions League 2015-2018”, Mediaset invita i mezzi di informazione a non alimentare fantasiose ipotesi fatte circolare con la sola finalità di confondere il pubblico.
Non sono in corso trattative per accordi di sub-cessione ad altre emittenti dei diritti tv della Champions League acquisiti in esclusiva da Mediaset per il triennio 2015-2018. Trattative che non si apriranno né ora né nei prossimi mesi. Ribadiamo, al contrario, che per i prossimi tre anni, un match del mercoledì sera sarà trasmesso in esclusiva da Canale 5, mentre tutti gli altri incontri del martedì e del mercoledì saranno un’esclusiva assoluta di Mediaset Premium fino al 2018.
Ne consegue che da settembre 2015 le serate televisive del martedì e mercoledì della pay tv satellitare non ospiteranno più nessuna partita del torneo di calcio più importante d’Europa.
Eventuali ulteriori indiscrezioni future su questo tema, saranno come sempre frutto del tentativo di lasciare aperte opzioni inesistenti con l’obiettivo di disorientare i telespettatori se non di praticare concorrenza sleale”.