Soltanto quindici giorni fa, dopo il secondo derby perso, Luis Enrique aveva pronunciato una frase che sembrava una visione: “Penso che la Roma possa vincere le prossime dodici partite e inseguire il terzo posto, anche se è diventato tutto più difficile” . (…). Oggi, dopo i risultati di un campionato che continua ad essere generoso con i sognatori, la Roma comincia davvero a fare i conti: se batte il Genoa, torna ad annusare la zona Champions League. Montella ha fermato la Lazio, vincendo il suo secondo derby personale da allenatore, l’Inter è quasi uscita di scena con il pareggio con l’Atalanta, Udinese e Napoli hanno pareggiato. In due giornate la Roma potrebbe quindi risalire da -10 a -4, con 30 punti ancora disponibili.
SPERANZE – Se ne è parlato ieri a Trigoria. Eccome. Sussurrando quella parola, Champions , che non aveva portato fortuna nelle scorse settimane: da quando i dirigenti avevano dichiarato lobiettivo, in precedenza nascosto sotto al tavolo come nel vecchio Risiko , la Roma aveva perso due partite su due. Una volta liberata la squadra dall’obbligo di essere grande, sono arrivati la reazione di Palermo e i risultati favorevoli delle dirette concorrenti. Stavolta nessuno uscirà allo scoperto, parlando di grande rimonta. Tantomeno Luis Enrique che sabato, nell’antivigilia del monday night , ha calmato lambiente con il solito anatema: “Voglio solo battere il Genoa” . Ma un languorino nello stomaco dei giocatori si è sentito.
MOTIVAZIONI – Non è facile rincorrere. Perché anche in caso di vittoria con il Genoa, rimangono comunque tre le squadre da superare (una delle quali, la Lazio, ha i confronti diretti a favore), con un calendario complicato: ci sono le trasferte contro Milan e Juventus, le pretendenti allo scudetto. Ma ci sono anche le sfide all’Olimpico contro Udinese e Napoli a legittimare un pizzico di ottimismo. E poi, guardare in alto può essere utile per dare un senso allultima parte di una stagione tribolata. Impostare una mentalità da Champions League è un buon metodo per garantirsi l’Europa di riserva, sicura con il quarto o quinto posto e promessa anche dal sesto se il Napoli agganciasse mercoledì la finale di Coppa Italia. L’Europa League non ha né l’appeal né i ricavi del torneo più importante ma è sempre meglio di niente per una società che punta a internazionalizzare il marchio e raggranellare tifosi in giro per il mondo.
IL TABU – La prima tappa in ogni caso è Roma-Genoa, ritardata di un giorno per consentire al campo dello stadio Olimpico di respirare dopo la battaglia del Sei Nazioni di rugby tra Italia e Scozia. In questo senso, i precedenti non sono incoraggianti: di lunedì la Roma ha già perso a Siena quest’anno e a Firenze nel 2001. Prima di ragionare sui traguardi più eccitanti, va cancellato questo strano sortilegio. A proposito di Olimpico, però, cè una seconda curiosità: il Genoa non ci ha mai vinto in campionato. Nel 1990, quando per l’ultima volta festeggiò a Roma, si giocò allo stadio Flaminio (1-0, rete di Aguilera) a causa dei lavori di ristrutturazione per i Mondiali. E nell’occasione precedente, nel 1951 in serie B (2-1), l’Olimpico non era ancora nato. Non solo: dal ritorno in A (2007/08), il Genoa è sempre stato battuto a Roma. (…)
Corriere dello Sport – Roberto Maida