Il Messaggero (S.Carina) – Lo sfogo è andato a segno. Quando parla Mourinho non lo fa mai a caso. Tempo di inanellare 12 risultati utili consecutivi, rimettersi in scia alla Juventus e subire un nuovo torto arbitrale. In un attimo il low profile tenuto in queste ultime settimane è scomparso. Come al solito ha fatto centro, tanto che la Procura federale stavolta valuta se deferirlo per dichiarazioni lesive. Il j’accuse contro Di Bello ha trovato il pieno appoggio della società e ha visto il consenso entusiasta di un intero popolo. C’è poco da fare: il portoghese come nessun altro sa toccare le corse giuste. Andando a fare la conta degli episodi il numero è effettivamente elevato. Sono almeno 10 le partite sulle quali Mourinho ha da ridire qualcosa. Un’ammonizione galeotta, un’espulsione, un rigore non dato, un altro concesso in modo a dir poco generoso, un altro da ripetere.
Ce n’è per tutti i gusti. Lo sfogo di lunedì è soltanto l’ultimo di un conto aperto contro l’Udinese il 23 settembre quando il doppio giallo a Pellegrini gli costò il derby. Proprio contro la Lazio nuove accuse perchè l’azione del 2-0 nasce da un fallo da rigore su Zaniolo, inoltre manca il secondo giallo a Leiva. Si arriva così al 17 ottobre a sfidare la Juventus. Qui gli episodi sono 3: il braccio di Cuadrado ch e dà il via al gol dell’1-0 fino al clou con Abraham che segna, ma Orsato non concede il vantaggio dando il rigore che, tra l’altro, era da ripetere. Mourinho poi esplode contro il Milan quando non viene dato un clamoroso rigore per un fallo di Kjaer su Pellegrini, mentre è sanzionato un contatto tra Ibanez e Ibrahimovic dove il giocatore della Roma tocca prima il pallone. Mou non si ferma più e anche con Bologna e Venezia non si fanno prigionieri.