Cesari: “La Serie A ripartirà per i propri interessi, non per i tifosi. Il calcio senza loro è triste”

Il calcio sembra pronto a ripartire, con la decisione definitiva che verrà presa il 28 maggio, ma la polemica ed il dibattito non sembrano fermarsi. Esperti e protagonisti del mondo del calcio si dividono tra favorevoli e contrari al ritorno in campo. Tra chi non è d’accordo c’è anche Graziano Cesari, ex arbitro di Serie A, ora opinionista televisivo. Intervistato ai microfoni di TeleRadioStereo, Cesari ha espresso il suo parere. Di seguito, le sue dichiarazioni:

Crede che si torni a giocare per i tifosi?

No, assolutamente no. Io ho apprezzato la sincerità di Carnevali, il DG del Sassuolo, che ha parlato di fallimento del sistema calcio se non ci sarà la ripresa: ha detto la verità, la Serie A ripartirà per i propri interessi. Ho visto la Bundesliga: che brutto prodotto, è noiosissima, di una tristezza infinita. Non so che campionato sarà, quello che andrà in scena sarà un altro torneo, ci saranno coefficienti di difficoltà diversi. Anche dal punto di vista psicologico sarà difficile.

Ha mai arbitrato a porte chiuse?

Una volta a Bucarest, fu una cosa bruttissima. Il pubblico dà motivazioni, stimoli. Cosi è un altro sport, non è calcio. In questo modo è solo allenamento, non c’è impatto emotivo.

Qual è la cosa meno naturale col nuovo modo di stare in campo?

La nuova panchina, forse, adesso ha più senso, prima c’erano troppe persone, che stavano lì ad annoiarsi. Il tempo effettivo non sarebbe un’idea sciocca, mi piacerebbe vederlo.

Lei da arbitro avrebbe paura a scendere in campo?

Sì, siamo delle persone fisiche. Viviamo in regioni diverse, dobbiamo spostarci domenica dopo domenica, si è soli. Avrei timori a muovermi per l’Italia, ad andare in campo.

C’è l’ipotesi playoff: la affascina?

Per niente, proprio zero. È una follia cambiare le regole in corsa. Per lo Scudetto come si fa? Le prime 4 si qualificano al turno successivo, e le altre spareggiano per raggiungerle? Poi anche per il playout che decisione si prenderebbe?

In Bundesliga sembrava esserci una sorta di distaccamento in campo a livello mentale.

Come dicevo prima, manca l’aspetto emozionale. Senza pubblico, in queste condizioni, le motivazioni vengono un pochino meno, non c’è quello stimolo che si ha in un clima normale.

Dal punto vista fisico, l’arbitro potrebbe pagare dazio alla ripresa?

Non credo, basta fare un po’ di cyclette e una corsa leggera per restare in forma. L’arbitro deve correre, non deve giocare. Non sarà il calcio di prima, è un qualcosa di diverso, saremo meno coinvolti.

Un ricordo su Gigi Simoni.

Persona eccezionale, un signore d’altri tempi, basta vedere la sua reazione composta in quel famoso Juve-Inter.

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