La Repubblica (M.Juric) – La Roma non c’è più. Umiliata 4-1 dal Genoa nella peggior prestazione dell’era Mourinho. Persa nei meandri di un gioco inesistente e affossata da infortuni e giocatori fuori condizione e ruolo. Le facce dei calciatori viste ieri sera al Ferraris raccontano tanto. Testa bassa, musi lunghi e una depressione tecnica evidente, sintomo che qualcosa si è rotto. Il resto lo dice la classifica, imbarazzante sotto ogni punto di vista. La miseria di cinque punti raccolti in sei partite e un quintultimo posto a soli tre punti dal fanalino di coda Cagliari. Contro il Genoa arriva la terza sconfitta in campionato.
Unico a salvarsi nella vergogna genovese è Bryan Cristante, autore del gol del pareggio nel nuovo ruolo di mezz’ala di inserimento. Una chiave tattica durata il tempo di un’esultanza, prima di arretrare a difensore centrale dopo l’infortunio (l’ennesimo) di Llorente. Tuttofare, jolly e anche goleador. In questo momento nella Roma l’unica cosa che funziona ha il numero 4 sulle spalle. Due gol, due assist e due pali nelle prime sei partite di campionato. Più di quanto sono riusciti a fare tutti gli altri compagni, ad esclusione del solitario Lukaku. Abbandonato a sé stesso nel deserto dell’attacco della Roma.
Dove serve c’è Cristante. Come aiuto offensivo per il belga in area di rigore e il gol del pareggio ne è l’esempio. Come creatore di gioco, in sostituzione di un Paredes evanescente e lezioso. Ma anche come tampone difensivo quando l’ecatombe infortuni presenta il conto. Fuori Smalling, fuori Llorente e Cristante arretra di 40 metri. Giocando il terzo ruolo in 90’. Disponibilità e abnegazione che portano inevitabilmente a confusione. Quella che sfrutta Retegui sul gol del 2-1.
Il resto della Roma è presenza scenica e nulla più. Divisa tra il nervosismo di Mancini (graziato da Orsato dopo due manate agli avversari), l’assenteismo di un Dybala camminante per il campo e un’intera squadra senza capo né coda. Gli allarmi a Trigoria sono tanti e preoccupanti. Dagli infortuni muscolari a catena, ultimo Llorente, che apre già per domenica contro il Frosinone una voragine al centro della difesa. Ad un modulo che evidentemente non funziona, tanto in attacco quanto dietro.
Tolti i sette gol all’Empoli il saldo dei giallorossi è di sei gol fatti e undici subiti (terza peggior difesa della Serie A). Ma è l’atteggiamento di una squadra sfiduciata, passiva rispetto agli eventi e agli avversari. Come lo sguardo di Mou al gol del 4- 1 Messias. Perso. Come la sua Roma.