La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Si sogna ad occhi aperti. Ma poi chiudendoli quegli occhi si torna anche indietro con la mente, rispolverando il passato più o meno recente, di sicuro uno tra i più illustri. E i tifosi romanisti se pensano alle tante soluzioni che offre il centrocampo attuale allora sì che sognano davvero.
Perché se è vero che questa Roma è tornata a vestirsi con il 3-4-2-1 (o anche 3-4-1-2) è anche vero che nella mente di Mou c’è anche il 3-5-2, con una maggiore densità proprio in mezzo al campo, con Matic schierato come perno davanti alla difesa e Wijnaldum e Pellegrini a lavorare ai suoi fianchi, da mezzali.
Ed allora torna anche in mente uno degli ultimi grandi centrocampo che ha avuto la Roma in questo ultimo decennio, quello formato qualche anno fa da De Rossi, Pjanic e Strootman.
Perché Pellegrini ha la fantasia che aveva Pjanic, Matic pulisce palloni esattamente come faceva la “lavatrice” Strootman e Wijnaldum è un tuttocampista come lo era De Rossi (almeno prima di trasformarsi in mediano puro o regista di posizione, come nelle ultime due stagioni). Le analogie sono tante tra questa Roma qui e quella dell’epoca, che contese per un po’ alla Juventus lo scettro di regina d’Italia e provò anche a togliersi qualche soddisfazione sparsa in Europa.