Corriere dello Sport (R. Maida) – Tra le liete novelle che José Mourinho ha imbarcato sull’aereo di ritorno da Torino, Matias Viña si è meritato il primo posto. Dopo due settimane stressanti per gli impegni con la nazionale uruguaiana, Viña ha giocato la migliore partita da quando è arrivato alla Roma. Altri sembravano assonati, lui era fresco e concentrato come non mai.
Era tornato a Trigoria solo sabato mattina. “Ma è stata meno dura rispetto alla partita con il Sassuolo perché il viaggio è stato più breve: stavolta venivo dal Brasile”. Dove aveva giocato un tempo giovedì sera, cioè venerdì in Italia. Il fatto però è che si era già sobbarcato i voli da Fiumicino all’Uruguay, per fare 90 minuti contro la Colombia e poi il trasferimento in Argentina, altri 63 minuti, il ritorno a Montevideo e un altro vol per Manaus, della durata di 4 ore.
In partita è strato bravissimo: ha vinto il duello con Cuadrado, che si era già visto pochi giorni in Uruguay-Colombia con tanto di ruvido contrasto e nel secondo tempo ha prodotto da solo un’occasione da gol, sulla quale una deviazione di Bonucci ha salvato la Juventus. C’era un motivo se Mourinho lo voleva in campo.
È stato come se, nella situazione più difficile e nella partita più importante, Viña si fosse liberato della timidezza. Non l’avevamo ancora visto così lucido nelle scelte e preciso nelle giocate, così come ha sorpreso la sua affidabilità difensiva: dalla sua parte la Juventus non è mai riuscita a sfondare.