Corriere dello Sport (R. Maida) – Non pensate più al derby perché questa, di partita, è anche più importante. Per cinque giorni di fila Ranieri ha ripetuto la raccomandazione, la preghiera, invitando i giocatori a recitare il mantra della rimozione anche davanti agli specchi di casa: la Roma ha ancora 23 punti, non vince in trasferta da 16 partite consecutive per un totale di 9 mesi, deve infilare una serie di grandi risultati per tornare a guardare la classifica con interesse.

Ma il rischio di assopirsi sugli elogi del derby esiste e può costare caro contro il Bologna, avversario che in un anno o poco più ha fatto inciampare rovinosamente tre allenatori diversi: Mourinho a dicembre 2023, nel gelido pomeriggio in cui venne impallinato da Thiago Motta senza Lukaku e Dybala; De Rossi nella scorsa primavera, all’Olimpico, quando le speranze di avvicinare il salotto della Champions vennero vanificate da un lunedì senza storia; Juric a novembre, ancora all’Olimpico, pagando direttamente con l’esonero una gestione inefficace.  La verità è che la Roma non deve sprecare l’occasione. “Mi fido della legge dei grandi numeri, prima o poi la vittoria fuori casa deve arrivare…”

Per di più al Dall’Ara, come già nella precedente disastrosa esibizione di Como a metà dicembre, la Roma non sarà accompagnata dal tifo organizzato, dopo le restrizioni imposte dal Viminale: il settore ospiti sarà riservato ai soli tifosi non residenti nel Lazio. Un fattore ambientale che penalizza, dentro a uno stadio pieno di passione rossoblù.