La Repubblica (A. Di Carlo) – Arriva dalla Puglia, ha scelto il numero 18 e sulle spalle c’è scritto Cassano. Sappiamo già cosa starete pensando, leggendo queste prime righe. In realtà non c’è nessun refuso o errore, il rischio concreto di esser risucchiati in un buco temporale esiste, ma possiamo facilmente evitarlo.
Perché non stiamo parlando dell’ex talento di Bari Vecchia, Antonio, che fece sognare i tifosi giallorossi, formando con Totti una delle coppie più forti mai viste all’Olimpico, ma della giovane punta della Primavera di Alberto De Rossi, Claudio. Lui è nato a Trani, nel luglio del 2003, quando l’altro Cassano era a Roma già da due stagioni. Il primo calcio al pallone arriva nelle giovanili dell’Apd Brasilea Barletta, prima di ricevere la proposta del Bisceglie, che lo inserisce nella sua formazione U15.
Il giovane si mette in mostra, il Parma lo testa per un breve periodo ma è la Roma a spuntarla, grazie all’intuizione di Palmieri, capo scout giallorosso per il Sud Italia. E pensare che la Juventus lo aveva portato a Vinovo per un provino e anche la Lazio aveva pensato a lui, prima di scartarlo per colpa dell’altezza.
Centimetri che non lo hanno ostacolato nel trascinare l’U16 giallorossa con oltre 20 gol e successivamente l’U17 con 12 reti in 15 gare. Una crescita graduale ma costante, che lo ha portato in Primavera. Poco spazio nella prima parte di stagione, ma nel 2022 Alberto De Rossi ha iniziato a dargli più spazio: titolare con Genoa, Torino e Verona, uno spezzone di gara anche in Coppa Italia con la Juventus, dove partecipa (segnando) alla lotteria finale dei rigori.