Castori contro Mou, lo scalatore sfida lo Special One: “Vietato sbagliare”

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Come si misura la felicità? Se siete fra quelli che considerano il denaro come unico metro oggettivo della soddisfazione, probabilmente questo articolo non fa per voi. La vita, infatti, a volte è una questione di punti di vista.

Nell’estate del 2004, ad esempio, Fabrizio Castori e José Mourinho quasi di sicuro erano entrambi ragionevolmente sereni. Mentre il tecnico portoghese, alla guida del Porto, vinceva la prima Champions League della sua carriera, dando di fatto l’inizio della sua leggenda che lo avrebbe fatto traslocare immediatamente al Chelsea per diventare lo Special One, l’allenatore italiano conquistava la prima promozione in Serie B, aggiungendovi in sovrappiù la Coppa Italia di Serie C.

A diciassette anni di distanza, l’impressione è che la soddisfazione che Castori e Mourinho hanno accumulato in questo lasso di tempo non crei una forbice così ampia così come si potrebbe pensare. Certo, il portoghese è giunto ad accumulare un totale di 25 trofei (sui soldi non spenderemo più una parola), mentre l’italiano vanta un curriculum ricco “solo” di dieci promozioni alle categorie successive, ma l’ascoltare il modo con cui ciascuno parla dell’altro fa capire come i “fratelli di panchina”, a volte, possano trovare tra loro punti di contatto maggiori di quelli che noi possiamo immaginare.

Per questo la sfida che andrà in scena stasera fra Salernitana e Roma, in fondo, è la riedizione dell’antico duello tra Davide e Golia, che non a caso lo stesso Castori ha evocato alla vigilia, pur non dimenticando di sottolineare come, per lui, giocare contro Mourinho significa “sostenere una tesi di laurea“.

Non è un caso, quindi, che anche l’allenatore della Salernitana si sia meritato un neologismo, quello di “castorizzare” le proprie squadre, cioè di avere la capacità di tramettere una grinta e una carica in grado di fare la differenza. Insomma, a suo modo anche lui uno Special One, così battagliero da essersi meritato anche tre anni di squalifica (poi ridotta e infine cancellata) per una rissa in campo in una finale di playoff contro il Lumezzane.

La sensazione, perciò, è che a Mourinho – figlio di calciatore e quindi di altra estrazione sociale – un tipo del genere piaccia parecchio, anche se stasera non vuole fare sconti, visto che la Roma cerca il poker delle quattro vittorie in altrettante partite ufficiali.

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