Castan: “Ancora non ho capito perché abbiamo perso quella finale. De Rossi il mio esempio da seguire”

Leandro Castan, ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio, sulla sua esperienza in giallorosso. Tanti i temi affrontati dall’ex difensore brasiliano, ancora molto legato ai colori giallorossi. Di seguito le sue dichiarazioni:

Approdo alla Roma: “Cosa ho provato appena ho saputo della Roma? Mi sono sentito una pressione sopra le spalle… ma ero pronto a tutto. Però dai, il primo pensiero in realtà è stato: ‘O mio Dio, giocherò con Totti’”.

Il derby di Coppa Italia perso contro la Lazio: “Giallorossa o biancoceleste che sia. Ancora oggi non ho capito perché abbiamo perso quella finale di Coppa Italia. Non avevamo una squadra fortissima, ma loro erano peggio di noi. Io arrivavo da due anni con 2 titoli. Per me era chiaro che avrei vinto anche quella finale. Non è che giocammo male, non giocammo proprio. Ricordo che nello spogliatoio nessuno parlava. Io ho buttato la medaglia del 2° posto. Una stupidaggine. Se tornassi indietro, non lo rifarei… ma ero davvero troppo arrabbiato”.

L’arrivo di Benatia: È stato il compagno di difesa più forte. In allenamento Garcia urlava alla squadra: ‘Perché avete paura di giocare la palla? Giocatela, giocatela. Tanto dietro abbiamo Castán e Benatia’. Non aver vinto nulla quell’anno è uno dei più grandi rammarichi della mia carriera. A fine stagione credevo che lì avrei fatto il salto che per arrivare davvero al top…”.

Un pensiero su De Rossi: “Se mi dicessi un esempio da seguire ti direi: ‘De Rossi’. Quando parlava, i miei occhi brillavano. De Rossi era il braccio destro di Totti. A lui neanche serviva parlare, bastava lo sguardo. Erano la coppia perfetta… Anche perché se in una squadra hai solo un leader è un bel casino”.

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