È atterrato a Fiumicino con quasi mezz’ora d’anticipo. Qualche minuto d’attesa per ritirare i bagagli ed espletare i controlli ai passaporti e dalle porte scorrevoli dell’uscita T3, arrivi internazionali, è spuntato Leandro Castan. Nonostante le numerose ore di volo, sorriso stampato in volto e occhiali da sole a nascondere le poche ore di sonno. Poi, con il gesto del pollice alzato che accomuna quasi tutti i sudamericani, brasiliani in primis, ha rilasciato le sue prime parole italiane: «Finalmente sono a Roma!». Ad accompagnarlo, il papà e gli agenti che hanno curato il trasferimento: Gabriele Giuffrida e Giacomo Scifo. Dopo una breve sosta in albergo, in mattinata ha effettuato le visite mediche al Policlinico Gemelli per poi recarsi a Trigoria dove ha incontrato Sabatini, Baldini e Fenucci e ha firmato il contratto quadriennale (da 1,6 milioni, premi esclusi, a stagione) che lo legherà alla Roma.
In pochi conoscono Castan. Su di lui è stato detto tutto e il suo contrario. È lento, non è lento, è veloce solamente nei primi tre metri, è bravo nei recuperi, utilizza solo un piede, è tecnico, no è troppo ruvido. Per avere qualche notizia in più, è forse il caso di affidarsi al tecnico del Corinthians, Tite. Singolare la sua risposta a chi, durante gli ultimi Europei, gli chiedeva un giudizio su Balotelli all’indomani della doppietta alla Germania: «Balotelli? È bravo, ma io lo vorrei far marcare mezz’ora da Leandro. È un animale in marcatura e non capisco come nessuno si sia ancora accorto di lui. Intanto me lo tengo stretto». Bluffava, sapendo che il difensore aveva già un accordo con la Roma.
Quella che sta per iniziare non è la prima esperienza in Europa. Nel luglio del 2007 Castan ha giocato con l’Helsingborg (33 presenze e 4 reti). La saudade e il clima svedese lo hanno indotto a tornare in patria dove – dopo una parentesi al Gremio Baruerì – si è trasferito nel 2010 al Corinthians con il quale ha vinto l’ultimo Brasileirao, una Coppa Libertadores, un Trofeo Ousmar Santos e raggiunto un secondo posto nel Paulistao (campionato statale). Centrale molto fisico e potente, fa dell’anticipo la sua arma migliore. Marcatore più alla Montero, è mancino e dotato di un’ottima tecnica, garantisce 4-5 gol a stagione. Curiosità: il suo idolo è Juan, che ha da poco rescisso il contratto con la Roma. È sposato, ha un figlio e la moglie è in dolce attesa del secondogenito. In giornata volerà a Vienna per assistere alla gara contro il Rapid e incontrerà sia Zeman che i compagni di squadra, pronto a farsi conoscere anche dai tifosi più scettici.
Il Messaggero – Stefano Carina