Caso Catania, i giocatori negano: «Essere interrogati è già una sconfitta»

Pulvirenti-Catania

La Gazzetta dello Sport (F. Caruso/F. Ceniti) – Ci sono le lacrime di Pulvirenti e il giorno in questura dei calciatori; le indagini da approfondire e un calendario fitto d’interrogatori; le carte dell’ordinanza che vanno da Catania in direzione Roma (giustizia sportiva) e la speranza dei tifosi rossazzurri di ripartire dalla Lega Pro (con penalizzazione). Cartoline dalle pendici dell’Etna, dove continua a filare l’inchiesta «i treni del gol» che ha portato la scorsa settimana ai domiciliari 7 persone (più altri 12 indagati) e scoperchiato un giro di 5 partite comprate (anche se gi avvocati del patron hanno ribadito che il loro assistito si è convinto leggendo gli atti di essere stato truffato) e pagate 100 mila euro l’una, come ha ribadito Giovanni Salvi, procuratore capo di Catania.

IL PIANTO DEL PATRON Dopo ore passate a leggere le carte, Pulvirenti ha deciso di concerto con i suoi avvocati (Giovanni Grasso e Fabio Lattanzi) di ammettere le proprie colpe. Non è stata una scelta facile e durante l’interrogatorio dal gip Fabio Di Giacomo ci sono stati momenti complicati. Spesso il patron si è fermato, tra le lacrime. Ieri il suo umore era rasoterra. Anche per questa ragione, ma soprattutto per la collaborazione data agli inquirenti, i legali chiederanno la revoca dei domiciliari. A proposito della scelta fatta dal patron rossazzurro: sarà interessante capire che effetto avrà su Fernando Arbotti, l’ultimo dei 7 fermati che stamani sarà sentito dal gip di Larino (agisce su delega). L’agente Fifa è l’intermediario che avrebbe corrotto i giocatori, ma ora Pulvirenti l’accusa di essere un truffatore. Una figura chiave, insomma. Come quella di Impellizzeri, considerato dagli inquirenti il finanziatore della combine attraverso le scommesse (negate da Pulvirenti).

GIOCATORI DAL PM E ieri il sostituto Alessandro Sorrentino non ha perso tempo: al primo pomeriggio utile ha infilato tre interrogatori con altrettanti giocatori del Trapani. Il via con Cristian Terlizzi, in Sicilia da una vita: prima Palermo, poi Catania e da 2 anni Trapani. Il famoso numero 33 esce dalla questura dopo un’ora e mezza. Sorridente, si dice più che tranquillo, ma a prendere la parola è il suo avvocato, Paolo Rodella: «Interrogatorio molto sereno. Christian ha escluso non solo di aver preso parte alla combine Catania-Trapani, ma anche di avere avuto il minimo sentore che intorno alla gara vi fosse qualcosa di strano». E sulle telefonate avute con l’agente Fifa Arbotti, Rodella spiega: «Una chiacchierata fra persone che si conoscono da anni e per questioni che non avevano nulla a che vedere con il match». Terlizzi aggiunge: «Sono sempre rimasto tranquillo. Continuo ad allenarmi per recuperare dall’intervento di 2 mesi fa». Il secondo a vedere il pm è stato capitan Luca Pagliarulo, fresco di rinnovo contrattuale e prossimo sposo (ad attenderlo c’era la fidanzata Anna Maria, trapanese che lavora per la società granata). Intimidito e impacciato: «Per me è una sconfitta già il solo fatto di essere qui». Il resto lo lascia al suo avvocato, Giuseppina Ruggero Malagnini: «Abbiamo chiarito la nostra posizione in maniera molto serena e confidiamo nelle capacità investigative della Procura». Ultimo della lista Antonino Daì, col suo avvocato Filippo Triolo di Marsala: «Il mio cliente ha risposto a tutto dichiarandosi estraneo ai fatti. Daì non conosce nessuno degli inquisiti e ha tenuto a ribadire che se fosse stato avvicinato avrebbe immediatamente denunciato il tentativo di combine». Poco prima delle 20 a lasciare la questura è il pm Sorrentino:«Gli interrogatori sono andati come mi aspettavo. Di certo non finisce qui, per nessuno degli indagati. Non intendiamo tralasciare nulla. Non escludo di andare anche fuori dalla Sicilia per sentire altre persone».

ALTRE REAZIONI Il riferimento del pm è soprattutto agli altri calciatori indagati. C’è chi ha deciso di parlare pubblicamente, respingendo le accuse. «Non conosco alcuna delle persone che sarebbero coinvolte in questa scellerata vicenda e nessuno mi ha mai contattato per proposte del genere». E’ il succo di un comunicato letto da Marco Moscati, centrocampista del Livorno. Più o meno le stesse parole usate da Pasquale Fazio (non è indagato), della Ternana: «Sono estraneo a qualunque combine». Il difensore in particolare nega «di essere mai stato avvicinato prima, durante o dopo una gara, da persone interessate a concordare l’esito della gara (Pulvirenti, secondo quanto detto in una intercettazione da Delli Carri, ndr)». E lo scandalo Catania arriva all’Uefa: «Siamo rammaricati nell’apprendere quanto sta succedendo. Rammaricati e preoccupati», ha sottolineato da Praga il segretario generale Gianni Infantino. Pulvirenti forse sognava di andare in Europa, ma non per questo motivo.

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