La Repubblica – «Caro Capitano, qui potrai trovare, se lo vorrai, una porta spalancata per realizzare, insieme a noi, quel meraviglioso progetto che stiamo approntando e che ti vedrebbe protagonista, nella squadra che ti ha visto nascere calcisticamente, a conferma del tuo indissolubile legame con la nostra città». L’appello a Francesco Totti arriva dal club in cui il numero 10 mosse, da bambino, i suoi primi passi da calciatore. È l’allora Smit Trastevere che adesso si chiama con il nome del rione e milita nel campionato di serie D. Così il presidente Pier Luigi Betturri si rivolge al capitano sognando un comune futuro trasteverino, «quando, un brutto giorno, con sofferenza, dovrai dismettere la maglia di calciatore», se nella Roma per la sua leggenda non dovesse esserci più spazio.
«Permettimi di porgerti un appassionato consiglio – commenta Betturri in una lettera aperta indirizzata a Totti -, qualora ce ne fosse bisogno: non lasciarti incantare dalle sirene che ti vorrebbero trascinare lontano da Roma e non abbandonare mai questa città che ti ha sempre amato, ammirato e sostenuto». Sognando il ritorno di Totti a Trastevere i dirigenti di questo club fondato nel 1909 non nascondono il progetto di diventare “un altro Chievo” e quindi raggiungere traguardi molto ambiziosi.