Il Tempo (M. Vitelli) – Mercoledì 24 aprile 1991, stadio Olimpico. Sono passati trentuno anni dall’ultima semifinale europea vinta dalla Roma. Dopo lo 0-0 dell’andata, al ritorno i giallorossi superarono 2-1 il Broendby grazie alle reti di Ruggiero Rizzitelli e Rudi Voeller. Poi, in finale, fu l’Inter a vincere la Coppa Uefa, ma quella sera fu memorabile.
Rizzitelli, cosa ricorda di quella sfida con il Broendby?
Se torno indietro a quella sera sento ancora il tifo dello stadio. Una cosa incredibile. I romanisti ci spinsero “quasi fisicamente” verso la porta avversaria e quando Rudi segnò il gol decisivo a tre minuti dal fischio finale successe di tutto. Ci fu una vera esplosione, credo che i sismografi abbiano registrato una scossa di terremoto.
Domenica scorsa l’abbiamo vista sotto la Curva Sud.
Per me la Roma è amore, roba da brividi. E vedere ancora così tanti tifosi inneggiare al mio nome e cantare quel coro che mi caricava a mille è fantastico. Ancora di più se penso che sono passati trent’anni, la maggior parte dei tifosi che erano allo stadio domenica non mi hanno mai visto giocare dal vivo. Questo significa aver conquistato il cuore delle persone, per me è il massimo.
Giovedì arriva il Leicester City.
Una sfida super-importante per la storia di questa società. Sono convinto che con Mourinho la squadra abbia già fatto in questi mesi dei miglioramenti evidenti. Raggiungere la finale di Conference League sarebbe molto importante. È arrivato il momento di voltare pagina. Non voglio più essere citato per essere stato tra i giocatori che sono scesi in campo nell’ultima finale europea giocata dalla Roma. Sarebbe bello dover specificare che si trattava della Coppa Uefa.
Lo 0-0 dell’andata è un risultato che lascia tutto aperto.
Le squadre hanno le stesse percentuali di passare il turno. Pareggiare a Leicester è stato per la Roma un ottimo risultato. Non aver perso è fondamentale.
Che partita si aspetta?
Credo che il Leicester abbia fatto qualcosa di più della Roma nella partita di andata e quindi il fatto di aver portato a casa il pareggio è un buon segnale per il ritorno. Immagino che sarà una gara vibrante e ricca di emozioni. La Roma, però, ha un vantaggio: giocherà in dodici. Il pubblico, infatti, è l’uomo in più e sono convinto che anche questa volta saprà fare la sua parte.
Chi può essere il giocatore decisivo?
Per fortuna la rosa è molto competitiva, quindi ce ne sono diversi. Se devo fare un nome, dico Lorenzo Pellegrini. Ho l’impressione che nelle stagioni precedenti abbia un po’ faticato a causa della fascia di capitano ereditata da due totem come Totti e De Rossi. Quest’anno, invece, sta facendo benissimo, ha realizzato anche tanti gol importanti. Del resto, quando Mourinho a inizio stagione ha detto che avrebbe voluto avere undici Pellegrini, gli ha di fatto consegnato le chiavi della squadra. Sarei davvero felice se fosse lui a spedire la Roma in finale.