Intervistato nell’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, Fabio Caressa ha parlato della Roma di De Rossi e del suo modo di analizzare. Queste le sue dichiarazioni:
Le sono mancate le dichiarazioni immediate dei calciatori post-partita?
“Quelle mai”.
Sono noiose.
“Un po’, ma è pure colpa nostra: non ci rendiamo conto che, se piazzi il microfono davanti al viso di un calciatore che ha smesso di correre trenta secondi prima, non puoi sperare nella sua totale lucidità”.
Restano oltre la noia?
“Però alcuni allenatori sono diventati molto più razionali e attenti nell’analisi della partita”.
A chi pensa?
“Daniele De Rossi sta emergendo come un professionista che offre analisi bellissime”.
Stupito?
“Non ha alcuna sovrastruttura. Esprime quello che pensa”.
Ammette gli errori?
“Anche troppo. Alla lunga non è mai utile. Parla con grande correttezza culturale”.
Anno 2010: “Balotelli sarà la punta più forte al mondo”.
Me lo auguravo. Ed è la cosa che mi dispiace di più in ambito sportivo; molti calciatori non hanno capito che il solo talento non serve a niente, ci vuole il lavoro e un atteggiamento positivo. Altrimenti lo butti via”.
Cassano lo ha buttato via?
“Dopo Messi e Maradona è stato il giocatore con maggiore talento che abbia mai visto.
Più talento di Totti.
“Tecnicamente sì, poi Totti aveva altre doti, come la capacità di servire assist senza guardare il compagno. Ha cambiato il ritmo del gioco”.