Cara Roma, la cessione di uno come Radja va contro la storia

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Il Messaggero (M.Ferretti) – Cara As Roma Spa, ora che le giornate si stanno allungando e la temperatura si sta addolcendo, segno che anche questo campionato sta per terminare, sentiamo l’esigenza di scriverle due righe pensando alla stagione che verrà, con la speranza che vada meglio di quella che si chiuderà sabato a Milano. La vittoria contro il Chievo, con la dolce invasione di campo finale degli eredi con la divisa dei loro papà, ha confermato che il lavoro del signor Luciano Spalletti, da lei richiamato in panchina con colpevole ritardo, non soltanto è stato molto buono ma anche foriero di tante belle sensazioni per il futuro. A patto che il gruppo attuale venga migliorato, ritoccato, perfezionato e non smembrato.

ANIMO BORGATARO – Certo, cara As Roma Spa, c’è da fare (e per bene) i conti con il bilancio, con gli obblighi del Fair Play Finanziario e, quindi, qualche brutta sorpresa dovremo aspettarcela. Ma, ecco il vero motivo della lettera, a noi piacerebbe che, pur comprendendo tutto quello che c’è da comprendere, l’eventuale sacrificio (si dice così, vero?) non riguardasse il suo tesserato Radja Nainggolan. Il signor Spalletti può stare tranquillo: non siamo né amici nè parenti del belga; siamo soltanto estimatori, per meglio dire tifosi del centrocampista. Uno che, e l’hanno sottolineato per l’ennesima volta con i loro cori i 50 mila di ieri all’Olimpico, incarna quasi alla perfezione lo spirito romanista. Quello testaccino e stradarolo; quello che ti porta a lottare con tutto te stesso su ogni pallone. Quello che, anche con un punta di sana strafottenza borgatara, ti porta a non abbassare mai lo sguardo di fronte a nessuno.

ESEMPLARE UNICO – Vede, cara As Roma Spa, non è facile di questi tempi rintracciare in un professionista un carattere, un orgoglio, un dna così in linea con la storia di un club. Nainggolan, al di là di questo, è un giocatore unico nel panorama nazionale: corre, pressa, mena, tira, assiste e fa gol. Altro? Ah sì, raramente toppa la prestazione. Ecco perché fa gola a chi potrebbe non badare a spese per portarlo via dalla Capitale. «Non è detto che dovremo vendere necessariamente Pjanic e Nainggolan», ha assicurato ieri il suo direttore generale, avvocato Mauro Baldissoni: che siano benedette le sue parole, ma verranno confermate dai fatti? Noi, con questo lacerante dubbio nel cervello, aspettiamo gli eventi. Più o meno fiduciosi.

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