Capotondi: “La passione per la Roma me l’ha trasmessa mio nonno. Delle volte diamo delle responsabilità ai giocatori che per la loro giovane età sono molte. Mi piace molto Nainggolan, ha un cuore straordinario” – AUDIO

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Cristiana Capotondi, attrice italiana e grande tifosa della Roma, è intervenuta durante la trasmissione La Signora in Giallorosso, in onda sulle frequenze di Teleradiostereo 92.7. Ecco le sue parole:

Hai un storia tua che si riferisce anche a tuo nonno…
Mio nonno era accompagnatore della squadra negli anni ’50 ed aveva la tessera vitalizia numero 1.

Ti ha attaccato questa passione?
Era scontato che accadesse. La sua era così forte che ha contagiato tutti.

Hai una pecca, un fidanzato juventino vero?
(ride, ndr) Non la definirei una pecca nel senso che quest’anno e negli anni passati ho visto vincere degli scudetti. Da romanista sono tifosa, sono un’appassionata e bisogna da onore a chi sa giocare bene e con tutte le polemiche che ci sono non voglio averne a che fare.

Una volta Sabatini raccontò che nel 3-2 contro la Juventus. Disse che la sconfitta diventò più dolce vedendo il tuo viso triste. Identifica la sconfitta col tuo viso. E’ una cosa bellissima…
Si, lo stimo molto e sono felice che in qualche modo abbia colto il mio disagio e credo lo abbia interpretato come il disagio di tutto il popolo romanista. Mi piacerebbe essere legata ad un immagine di vittoria ma quella partita l’abbiamo giocata molto bene. Quel livello di Rudi Garcia ci avrebbe fatto vincere se avessimo avuto uno scatto di cinismo però non ci riesce, di freddezza… Ero molto arrabbiata per questo. La partita mi aveva anche divertito, ero col mio compagno che era contento.

Lui ha identificato la sconfitta così ma era in senso positivo, è diventata meno amara…
Sono felice di averla allietata.

Come si vive il tifo nel mondo dello spettacolo?
Credo che si viva come le persone che non fanno il nostro mestiere anche se qualche volta ci capita qualche privilegio. Per cui hai l’occasione di incontrare il tuo allenatore, il tuo direttore sportivo, i tuoi calciatori. Questo ti da un senso di naturalezza dell’ambiente che io da piccola li vedevo tutti come supereroi, diventa tutto più umano. Essendo il mondo del calcio, per noi, un terreno etico ti umanizza e toglie un po’ quel senso di epicità. In un certo qual modo riesci a sopportare delle disfatte perché magari sai che ci sono delle condizioni personali, essendo uomini, che possono influenzare le prestazioni.

Quando non vivi qualcosa la fai diventare un mito, quando ti ci avvicini quasi la sminuisci…
E’ un discorso di proiezione, noi proiettiamo molte cose su questi ragazzi. Molto volte gli diamo delle responsabilità, che per la giovane età e per quello che fanno nella vita, che giocano a calcio, sono veramente molte. Quando li incontri ti rendi conto che quel gioco li è un gioco totalmente di proiezione e se hai la forza continui a proiettare. Come se facessi una distinzione tra ciò che sono realmente e ciò che credi che essi siano ma dall’altro lato, se questa cosa non riesci a farla, normalizzi e continui a tifare perché comunque per me lo il calcio è uno sport talmente straordinario e vale la pena di seguirlo a prescindere da esistenza di miti, eroi, gladiatori epici.

Tu sei anche giornalista, laureata con 110 e lode a La Sapienza…
Si in scienze della comunicazione poi per diventare giornalista avrei dovuto fare un bel percorso. E’ una materia che ha aperto, a tanti laureati, la via del giornalismo.

Che persona sei? Qual è il tuo difetto?
Per alcuni sono considerate anche qualità, i proprio difetti. Vivendo a Milano da tanti anni, quando arrivo a Roma, lavoro a Roma, mi dicono: “Sei diventata proprio milanese eh?”, un certo modo di far le cose ogni tanto può essere un difetto.

Sei cambiata sotto questo punto di vista crescendo?
Milano è una città che ti porta a relazionarti in un certo modo. Una cosa che mi piace molto dello stadio, andare a San Siro, io vado a vedere chiaramente Inter-Roma, Milan-Roma, ma vado anche a vedere Milan-Juve o Milan-Sassuolo. E’ inclusivo, quando arrivi a Milano e sei di qualsiasi altra parte d’Italia, tra interisti e milanisti hanno piacere che tu scelga l’una o l’altra, in qualche modo ti dicono: “Ah che figo ora sei milanista!”, invece per esempio il romanista deve essere legato alla squadra perché ha delle radici. Trovo che il tifo di queste squadre, che sono un po’ delocalizzate anche, sia molto più inclusivo del nostro. Noi pensiamo che se non sei romanista da generazioni, se non hai sofferto, se non hai visto Roma-Liverpool, se non hai visto tutti gli anni le sofferenze, non puoi essere romanista. Ecco questa cosa non ce l’ho più, questo difetto sono più inclusiva.

Alcuni del mondo dello spettacolo hanno detto che sei intelligente e l’hai dimostrato anche nelle cose che hai detto prima. Non sei presuntuosa vero?
Non dovrei dirlo io ma se l’hanno detto gli altri allora grazie. Se è così che mi vedono gli altri sono felice perché sono una persona che stima le persone non presuntuose. Il fatto di essere riconosciuta come persona non presuntuosa mi riempie di gioia.

Sappiamo che sei molto brava a giocare a calcio. In quale ruolo giochi ed in quale giocatore della Roma ti riconosci?
Sono un esterno difensivo nel gioco del calciotto, mi faccio tutta la fascia sue e giù cercando anche di segnare. Sono un fluidificante della fascia destra un po’ Cabrini, in questo ruolo meraviglioso. E’ anche un caro amico, una persona straordinaria ed allena la Nazionale Femminile Italiana.

Sei abbastanza rissosa in campo. E’ vero?
In generale mi danno fastidio i falli stupidi, mi sono lacerata il collaterale del ginocchio sinistro. Sono andata a lavorare col tutore e ho dovuto raccontare che sono caduta perché se no mi prendevano per pazza. Noi giochiamo a calcio misto quindi gli uomini devono essere un po’ più attenti perché comunque non siamo tanto portate allo scontro. Invece il mio giocatore preferito, mi sta piacendo molto Peres ma i miei amici del Toro me l’avevano detto: “Vedrai avete fatto un acquisto straordinario”. Mi piace molto Nainggolan perché trovo che sia un giocatore che va di volontà virtù e che ha un cuore straordinario.

Hai qualche evento in programma in questo periodo?
Presenteremo, al Festival del cinema di Roma il 21 ottobre, il nuovo film di Michele Placido che si chiama “7 minuti”. E’ una storia sociale di 11 operaie che si riuniscono in un consiglio di fabbrica ed è l’occasione di un confronto tra 11 donne. Un film molto emotivo, molto emozionate ed è tutto girato in romanesco perché lo abbiamo girato a Latina in questa fabbrica vera che produce calzini e quindi mi sono immersa di nuovo nel mondo del nostro accento meraviglioso e se lo andate a vedere mi saprete giudicare da quanto romana andata a vivere a Milano mi sia tenuta la mia lingua.

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