Capitano al bacio, Olimpico in delirio

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Il Messaggero (A.Angeloni) – Entri allo stadio dei Marmi, c’è un’area parcheggio per disabili. Tanti di loro si accingono ad entrare all’Olimpico, molti hanno la maglia di Francesco Totti. Anche altri hanno la casacca del capitano, ne trovi uno con quella dello scudetto, un altro aveva quella della Champions post titolo. E tanti, tanti così. Ti avvicini allo stadio e ti passa davanti una ragazza con la t-shirt grigia con la scritta “Vi ho purgato ancora”, roba di un derby del ’99. Cammini, insomma, e ti passa davanti la storia del capitano della Roma; la storia della Roma e del suo capitano degli ultimi ventitré anni. Ma non sarà mica l’ultima partita di Checco? No, Totti ci sarà ancora per un altro anno, ci siamo (si sono) tutti accorti che il prossimo sarà un anno evento per lui, per la Roma e per i suoi tifosi. Il contratto è in cottura, «c’è ottimismo» sostiene il dg giallorosso Mauro Baldissoni. Totti attira molte gelosie all’interno di Trigoria, è così da sempre, ora come non mai, ma fuori, a quanto pare, accontenta un po’ tutti. Per quello è stato una sofferenza arrivare alla conferma, che ancora non è ufficiale. Manca il “dettaglio” economico da risolvere, la sfida grossa è sui diritti d’immagine. L’annuncio, si mormora, verrà dato entro l’amichevole di Abu Dhabi.

LO STADIO È PIENO – Lo stadio è pieno, la curva Sud è per noi, cantava Lando Fiorini un bel po’ di anni fa. La Curva sud non c’è ancora (ce nè solo una parte) l’Olimpico è effettivamente pieno – Roma-Real e Roma-Barça a parte – e non lo si vedeva così da agosto, dalla sfida contro la Juve. Come paganti, Roma-Chievo ha superato la gara con i bianconeri di due/ trecento persone. Doveva essere ed è stato il Totti day, lo si è capito dal boato alla lettura delle formazione. Ore 12,22, Francesco ha distrutto l’applausometro. Un altro boato, appena il capitano si alza dalla panchina per il riscaldamento. Boato in contemporanea con la rete di Ruediger: è la magia delle 13,13. C’è tempo anche di giocare, sono le 13,50, la gente ha fame e non solo di pancia, ma anche di cuore. Entra Totti, per lui una mezz’oretta in campo. L’assist per Pjanic, un bacio. Due colpi di tacco, il dessert.

NEL NOME DEL PADRE – Alla fine il giro di campo, lui commosso, a salutare tutto l’Olimpico con i suoi compagni ad accompagnarlo. Una sorta di congedo dell’imperatore (così lo ha definito Ranieri da Laicester). Una Roma che non vince ma alla fine vince lo stesso perché ci si scambiano emozioni. Francesco è commosso, cerca di non farsi beccare. Ma è evidente. C’è tanta gente, molti a bordo campo ma non sono riusciti a entrare. Fa, invece, invasione il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entrato sul terreno ad abbracciare il suo amico Checco. Malagò può, l’Olimpico è casa sua e fa come gli pare. Ad abbracciarlo c’era tutta (quasi) la famiglia Totti. In mano della Blasi un’altra magliettina dedicata: “C’è solo un Capitano. Tu sei unico ed inimitabile, semplicemente tu sei il calcio. Non sfugge il bacio che Francesco e Ilary si scambiano sul terreno di gioco. Con la Totti family anche la nipotina del capitano, pure lei con maglietta celebrativa con su scritto “Sei grande zio Cecco” sul davanti, e sul retro “600.. To be continued”. Sembrava davvero un addio, insomma. Sembrava, ma tutti assicurano che così non è, né sarà. Ci vediamo l’anno prossimo, dicono a Totti nella zona mista dello stadio. «No», risponde immediatamente Francesco. Una tottata, nessuno gli crede. Certo, questo contratto si farà pure,ma che sofferenza. Immeritata.

TUTTI IN CAMPO – E’ stata la festa di tutti, in particolare di Totti. Comunque di tutti. Presenti in campo, a fine partite, i calciatori con i rispettivi figli, rotolanti dietro a dei palloni. Immancabile la bambina di Nainggolan, Aysha accompagnata dalla mamma Claudia. C’è la piccola di De Rossi, Olivia. Poi ancora il minuscolo Edin, figlio di Pjanic, quindi le figlie di Keita. C’è anche Dzeko con la bimba, Una, che ha compiuto tre mesi sei giorni fa; Kostantina Manolas che in braccio a papà Kostas è immortalata mentre tende una mano a Totti; c’è il piccolo Francesco Perotti di quasi 7 mesi; il figlio di Zukanovic che si toglie la soddisfazione di insaccare il pallone nella rete sotto la Sud. Strootman in uno slancio di simpatia, ha preso in braccio Digne e lo ha indicato come proprio figlio. Non sarà un addio per Totti, ma per qualcun altro magari sì.

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