Fabio Capello è tornato a parlare delle sue due ex squadre, Roma e Juventus, e lo ha fatto in ottica calciomercato. Queste le sue parole per La Gazzetta dello Sport:
Se ripensa all’estate 1970 e al suo passaggio dalla Roma alla Juventus?
“In realtà mi sarei dovuto trasferire a Torino già l’anno precedente. Un tempo non c’erano gli agenti, decidevano tutto le società. A me fu semplicemente comunicato che sarei dovuto andare alla Juventus. I tifosi giallorossi protestarono. Ma quando nel 2004 lasciai la panchina della Roma per quella della Juventus il caos fu maggiore”.
A distanza di 20 anni da quell’estate 2004?
“Ero alla Roma dal 1999, avevamo vinto lo scudetto nel 2001 e nell’ultima stagione tornavo a casa arrabbiato perché non riuscivo ad ottenere quello che volevo dalla squadra. Quando succede così, significa che è arrivata l’ora di cambiare per un allenatore. E poi si è presentata la Juventus, una bella occasione”.
Nonostante la storica rivalità tra i due club, non sono pochi i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie: da Peruzzi a Boniek, da Emerson a Pjanic, da Boniek a Szczesny e Dybala… E a volte sono stati anche trasferimenti diretti: i migliori colpi?
“Magari mi dimentico qualcuno, ma direi Boniek e Emerson. Zibì si trasferì dalla Juve alla Roma nel 1985. Il Puma mi seguì a Torino nell’estate 2004: grande centrocampista, era il mio punto di riferimento in campo. Emerson aveva una straordinaria personalità, era difficile da superare”.
Adesso Juventus e Roma hanno messo sul tavolo varie idee per provare ad esaudire i desideri di Thiago Motta e De Rossi: Abraham ed El Shaarawy da una parte, Chiesa, Soulé e Arthur dall’altra. Sarebbe stupito di vedere dei nuovi scambi tra le due società?
“Mi sarei stupito di vedere Del Piero alla Roma o Totti alla Juve… Qualsiasi altro scambio non mi sorprenderebbe, anche perché i tempi sono cambiati e si accetta più facilmente tutto all’esterno”.
La Juventus valuta Abraham al posto di Milik come vice Vlahovic: lei che ne pensa?
“Sono convinto che Abraham abbia le potenzialità per dare qualcosa in più. Può essere una buona idea, ma dipende da come Thiago Motta vorrà gestire Vlahovic e in generale l’attacco. I rinforzi vanno concordati con l’allenatore”.
Come vedrebbe Chiesa nella Roma di De Rossi?
“Federico lo vedrei bene in qualsiasi squadra, è un giocatore che ha cambio di ritmo, uno contro uno e salta l’uomo”.
E poi c’è Soulé: Thiago Motta vorrebbe puntare su di lui, ma di fronte a un’offerta importante il sacrificio sarebbe inevitabile per il bilancio e per finanziare la campagna di rafforzamento.
“Io prediligo i giocatori di qualità e inventiva. E prima di rinunciare a uno come Soulé ci penserei bene. Ma in ogni caso, eviterei di darlo alla Roma o comunque a una squadra italiana. Lo dico perché ci sono passato con Edgar Davids quando allenavo il Milan…”.